Uif: “Criminalità da febbraio 2020 intuì opportunità Covid”

Già a febbraio dello scorso anno, quando non era ancora evidente la gravità della situazione e nessuno di noi pensava a una così tragica evoluzione degli eventi, gli operatori hanno iniziato a osservare e a segnalare le prime anomalie che indicavano come la criminalità avesse intuito le opportunità dell’emergenza sanitaria che si andava profilando e cercasse di approfittarne. In quel momento siamo divenuti tutti consapevoli che aumentare l’efficacia dell’apparato di prevenzione era essenziale per perseguire contemporaneamente due obiettivi, entrambi non rinunciabili: da una parte impedire che le risorse messe in gioco per sostenere la salute e l’economia e del Paese finissero in mani criminali e dall’altra evitare di ostacolare l’accesso agli aiuti da parte delle imprese e delle famiglie in difficoltà con presidi eccessivamente gravosi. Così il direttore Uif (Unità di informazione finanzaria) Claudio Clemente, presentando il rapporto 2020.

D’intesa con la Guardia di Finanza e la Direzione Investigativa Antimafia- aggiunge Clemente – e in collaborazione con la Magistratura, sono stati adottati subito rapidi percorsi di analisi e di condivisione che hanno consentito l’immediato avvio di iniziative di contrasto. Un tavolo operativo, promosso dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, con la partecipazione della UIF, degli Organi investigativi e dell’Agenzia delle Dogane, ha creato le condizioni per migliorare lo scambio informativo e per un’azione che ha portato, in breve tempo, a numerose iniziative giudiziarie. Dal confronto con gli operatori e con le autorità è stato possibile trarre indicazioni rapidamente condivise con l’intero sistema per accrescere la capacità di individuare le operazioni sospette. La risposta è stata pronta e convinta.Il sistema di prevenzione, pur nelle nuove e difficili condizioni operative, ha mostrato, nelle sue componenti privata e pubblica, tempestività di reazione, flessibilità nelle forme di collaborazione, decisa reazione ai nuovi e pesanti rischi, capacità di coniugare l’efficacia dei presidi con le esigenze di rapidità e snellezza dell’intervento straordinario a sostegno dell’economia. È un’esperienza che non deve essere dimenticata con il ritorno a un’apparente normalità; le attività criminali innescate dalla pandemia non si esauriranno con il riassorbimento dell’emergenza sanitaria ma, se non adeguatamente fronteggiate, continueranno a gravare sul nostro futuro, trovando ulteriori importanti opportunità anche nei nuovi interventi pubblici.

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