Ue: Nuovo round sulle nomine dopo lo stop alla proposta della Merkel

Nuovo round del vertice europeo per la scelta dei top job in Europa. Dopo la fumata nera di due giorni fa il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk ha riconvocato i 28 per le 11 di oggi.

“L’Italia rivendica un portfolio economico di peso ma soprattutto di partecipare alla decisione finale” sulle nomine di vertice:  così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al suo arrivo a Bruxelles. “A me piacerebbe un presidente della Commissione donna”.

IL PREMIER CONTE

 

“Dobbiamo individuare personalità che sappiano rinnovare il sogno europeo, che abbiano una chiara visione e sappiano esprimerla con coraggio, evitando di rifugiarsi nella angusta logica dell’austerity o di affidarsi al primato della finanza. Vogliamo personalità che mettano al centro la crescita, i cittadini, le persone”.

La proposta avanzata domenica da Angela Merkel del tandem Frans Timmermans-Manfred Weber per le presidenze di Commissione e Parlamento europeo non è andata giù a quasi tutti i premier popolari dei Paesi Ue. Ed ora rischia di diventare un boomerang non solo per la Cancelliera, ma anche per quell’asse franco-tedesco contro il quale in tanti puntano volentieri il dito. Non tanto per la sua supposta funzione di motore dell’integrazione Ue, quanto accusandolo di imporre dei diktat, come appunto nel caso delle nomine europee.

“C’è un’evidente perdita di lucidità nel modus operandi della donna più potente d’Europa”, commenta chi sta vivendo da vicino l’impasse creatosi attorno alla scelta dei candidati per le nomine Ue.

Contro la proposta arrivata dall’asse franco-tedesco si sono schierati quasi all’unisono Bulgaria, Croazia, Ungheria, Irlanda, Polonia, Romania e altri Paesi non governati dai popolari, come l’Italia.

“Merkel ha compiuto errori inspiegabili”, secondo molti osservatori. Prima di tutto di metodo, non preparando adeguatamente il terreno nel Ppe alla proposta che poi avrebbe presentato. Ma anche di sostanza, nel tentare di imporre una candidatura al Parlamento Ue, l’unica istituzione dell’Unione eletta direttamente dai cittadini.

Le critiche che le sono piovute addosso e troppi risultati elettorali deludenti hanno già spinto Frau Angela – che il 17 di questo mese compirà 65 anni – ad annunciare il passaggio del testimone al suo successore, Annegret Kramp-Karrenbauer. E la prova che sta affrontando a Bruxelles potrebbe essere ora un altro passaggio cruciale. Con il rischio che la classe politica europea perda colei che è stata per anni, nel bene e nel male, un imprescindibile punto di riferimento.

Tornato in Italia nel pomeriggio di lunedì per prendere parte al Consiglio dei ministri, Conte è ripartito in mattinata per la capitale belga. L’idea, leggendo il post sulla sua pagina ufficiale, sembra quella di continuare l’opposizione al pacchetto di nomi pensato dal presidente francese, Emmanuel Macron, e dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel. Il punto, ha spiegato ieri, non è tanto legato al nome del presidente della Commissione, “non abbiamo niente contro Timmermans – aveva spiegato – che è un politico di assoluto valore”, ma sul metodo: “Non possiamo accettare un pacchetto di nomi stabilito altrove con un sistema che non funziona”. Concetto ribadito anche nei minuti precedenti l’entrata in sede di Consiglio: “Ho spiegato ai miei omologhi che l’Europa è a 28, non a due o tre o a blocchi. Io rappresento tutti i cittadini. Se l’Italia non partecipa alle decisioni l’offesa non è al premier ma ai milioni di cittadini che hanno votato come tutti e hanno diritto a essere rappresentati”.

Così, anche nella mattinata di oggi ha ribadito che “come ho fatto fino ad oggi, e ancora di più nelle ultime ore, darò il mio convinto contributo affinché tra le famiglie europee non primeggi né, soprattutto, si imponga un asse su un altro, ma si trovi il giusto equilibrio sulla base di criteri di scelta delle persone ben bilanciati”.

Anche il primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, ha parlato delle strategie del “suo” blocco di Paesi, ossia quello del gruppo di Visegrád: Timmermans non è un candidato “accettabile” perché “abbiamo visioni totalmente diverse sull’immigrazione ed è un problema per noi”. “Noi del gruppo V4 siamo molto semplici – ha continuato -, vogliamo qualcuno che non abbia un visione negativa della nostra Regione, per cui Timmermans non è accettabile”. Sull’ipotesi Margrethe Vestager dice che “purtroppo alcuni Stati sono contro e alcuni colleghi dicono che il Parlamento non darebbe sostegno, ma sarebbe un candidato eccellente“.

 

 

 

 

 

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