Turchia, Tajani: “Non entra in Ue con la pena di morte”

“Se i risultati dell’inchiesta Osce saranno confermati, dovremo mandare un segnale forte alla Turchia e a Erdogan. Se poi passasse la reintroduzione alla pena di morte, allora Ankara si metterebbe completamente al di fuori di una prospettiva europea”. Lo afferma – in un’intervista a Repubblica – il presidente dell’europarlamento, Antonio Tajani, che tuttavia auspica che i rapporti tra Europa e Turchia non precipitino. “Se vuole restare candidata all’adesione all’Unione, non possiamo non insistere che Ankara rispetti i criteri di Copenhagen, ovvero che resti un bilanciamento dei poteri”: restare o meno in una prospettiva europea dipende da come Erdogan attuerà la riforma e “da come sarà implementata”.

Secondo Tajani, chiudere completamente la porta “sarebbe un autogol per l’Europa. Dobbiamo anche tenere conto che mezzo Paese si è schierato in difesa della Turchia di Ataturk, dello Stato laico, e non crede in questa riforma”. “La Turchia – rileva – deve rimanere un interlocutore dell’Unione europea e l’Europa deve continuare a svolgere un ruolo di interlocuzione tra la metà del Paese schierata contro Erdogan e la metà che lo sostiene”. “Reintroducendo la pena capitale la Turchia deciderebbe di non aspirare più a un futuro nell’Unione europea”, conclude Tajan

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