Turchia, summit Paesi islamici: ‘Dichiariamo Gerusalemme Est capitale dello Stato di Palestina’

Il colpo di scena è in apertura. Quando Recep Tayyip Erdogan mostra l’immagine, circolata nei giorni scorsi, di un bambino palestinese bendato e circondato da militari israeliani. Israele è uno Stato terrorista, dice il presidente turco, lo sguardo duro, rivolto alla platea dei 57 leader di Paesi musulmani convenuti nella colossale Conference Hall di Istanbul per questo vertice urgente dopo il riconoscimento americano di Gerusalemme come capitale israeliana, i suoi soldati sono terroristi che uccidono bambini di 10 anni e li arrestano. Mi chiedono perché lo dico? Ma io come posso non dirlo?.

‘Dobbiamo riconoscere lo Stato di Palestina con i confini del 1967, liberandoci dall’idea che questo sia un ostacolo alla pace, e Gerusalemme come capitale dello stato occupato di Palestina’, è l’appello lanciato dal presidente turco in apertura del vertice straordinario dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) a Istanbul. Almeno 196 Paesi Onu sono fermamente contrari alla decisione di Donald Trump, ha aggiunto Erdogan, ribadendo che Gerusalemme è la nostra linea rossa.

La Turchia tenta di porsi   al centro del gioco. Ma il fronte islamico è diviso, Ankara coglie al volo l’atmosfera e non lesina le critiche, soprattutto agli esponenti arabi. Perché alla fine Arabia Saudita ed Emirati arabi hanno inviato al summit di Istanbul solo ministri di seconda fila, e i non capi di Stato o i ministri degli Esteri, come invece molti altri Paesi. Ci sono il palestinese Abu Mazen,  che già l’altra sera ha avuto un colloquio a porte chiuse con Erdogan, i presidenti di Iran e Libano, Hassan Rohani e Michel Aoun, e il re di Giordania Abdallah II. È comunque un segno della spaccatura nel fronte musulmano fra chi a parole condanna la dichiarazione di Trump mostrando di stare con i palestinesi, ma continua a fare affari e diplomazia con l’America, e chi invece si oppone agli Usa in modo apertamente duro non risparmiando critiche all’amministrazione Trump.

In una Istanbul blindata dalla sicurezza (decine sono solo gli agenti al seguito del leader venezuelano Maduro, nuovo amico di Erdogan e presenza diversa nel vertice dell’Organizzazione della conferenza islamica), il presidente turco si pone come aspirante nuovo player nel Medio Oriente (dietro la spinta e il consenso di Vladimir Putin, che l’altro giorno ad Ankara gli ha dato un informale via libera) negli incontri, già cominciati nella serata di martedì negli alberghi della metropoli dove sono confluiti i 18 capi di Stato.

Gerusalemme è una città contesa. Con le  tre religioni Gerusalemme è la città più ‘santa’ del mondo, in quanto sacra per le tre principali religioni monoteiste: il cristianesimo, l’ebraismo e l’Islamismo.

‘D’ora in poi i palestinesi non accetteranno più alcun ruolo di mediazione degli Usa nel processo di pace in Medio Oriente’, ha detto il presidente palestinese Abu Mazen al summit straordinario dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) a Istanbul.

‘L’Iran è pronto a cooperare con tutti i Paesi islamici senza alcuna riserva o precondizione per la difesa di Gerusalemme’, afferma  il presidente iraniano, Hassan Rohani, intervenendo al summit. Lanciando un appello alla ‘unità islamica’ contro il pericolo del regime sionista di Israele, il leader di Teheran si è detto convinto che i problemi tra i Paesi islamici possano essere risolti attraverso il dialogo.

Il vertice Ue si dissocerà dalla decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e ribadirà la posizione già espressa lunedì a Benjamin Netanyahu: l’Unione è per una soluzione a due Stati e contro qualsiasi decisione che possa compromettere il raggiungimento di questo obiettivo. E’ quanto si è appreso alla vigilia del summit europeo. I leader Ue, salvo colpi di scena, adotteranno una dichiarazione attualmente in corso di definizione.

La Russia non condivide le parole del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che oggi ha definito Israele uno Stato terrorista e ha invitato a riconoscere ‘Gerusalemme come capitale dello stato occupato di Palestina’,  ha precisato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov: ‘Siamo al corrente della posizione del leader turco e non corrisponde alla nostra’, ha affermato Peskov, aggiungendo che la posizione della Russia su Gerusalemme e sulla soluzione della questione mediorientale è ben nota.

Nella dichiarazione finale del vertice straordinario di Istanbul, l’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) ha riconosciuto Gerusalemme est come capitale dello stato di Palestina occupato, invitando tutti i Paesi del mondo a fare altrettanto. Lo riporta Anadolu.

Il guardiano delle Chiavi del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Adib Joudeh al-Husseini, non incontrerà il vicepresidente Usa Mike Pence quando arriverà in visita, la prossima settimana, in città: ‘Non riceverò Pence  come espressione del mio assoluto rifiuto della decisione del presidente Trump su Gerusalemme’. Husseini ha fatto appello anche al Patriarca greco ortodosso Teofilo III e al Custode di Terra Santa Francesco Patton a boicottare la visita di Pence.

I palestinesi hanno il diritto di fare di di Gerusalemme est la loro capitale, ha affermato il re saudita Salman bin Abddul Aziz al Saud: ‘Il regno saudita ha esortato a trovare una soluzione politica per risolvere le crisi regionali, in primo luogo la questione palestinese e il ripristino dei legittimi diritti del popolo palestinese, tra cui il diritto di stabilire il loro Stato indipendente con Gerusalemme come capitale’, ha detto il re parlando al Consiglio consultivo saudita.

Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, è stato chiaro: ‘Alcuni Stati arabi hanno espresso una posizione estremamente debole, pare che alcuni temano fortemente gli Stati Uniti’.

 Un monito anti Usa e anti Israele: ‘Ci siamo riuniti qui con l’obiettivo di fermare la persecuzione. Gli Stati Uniti hanno ferito profondamente la coscienza dell’umanità. Israele mira a legittimare il suo tentativo di occupazione’.
Erdogan ha sottolineato che, come si diceva,  almeno 196 Paesi Onu sono fermamente contrari alla decisione di Trump: ‘Ringrazio tutti i Paesi che non hanno accettato questa decisione. Nei colloqui che ho avuto fino ad ora anche il Papa si è mostrato in linea con questa posizione’. Il presidente turco ha accusato gli Stati Uniti di provocare un incendio che brucerà tutta la regione e il mondo.

L’Organizzazione della Cooperazione Islamica è un’organizzazione internazionale che rappresenta 57 Paesi del mondo. Fondata a Rabat in Marocco nel 1969, ha come finalità la salvaguardia degli interessi e lo sviluppo delle popolazioni musulmane nel mondo. La sua sede permanente si trova a Gedda, in Arabia Saudita.

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