L’incontro di venerdì alla Casa Bianca tra il presidente americano, Donald Trump, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, “non è andato come avrebbe dovuto. È spiacevole che si sia svolto in questo modo. È tempo di sistemare le cose. Vorremmo che la cooperazione e la comunicazione future fossero costruttive”. Lo scrive su X il leader ucraino, esprimendo apprezzamento per quanto fatto dagli Stati Uniti per aiutare l’Ucraina a mantenere la sua sovranità e indipendenza.
Per quanto riguarda l’accordo “su minerali e sicurezza”, ha aggiunto Zelensky, “l’Ucraina è pronta a firmarlo in qualsiasi momento e in qualsiasi formato conveniente. Consideriamo questo accordo come un passo verso una maggiore sicurezza” e “spero davvero che funzionerà in modo efficace”.
“Zelensky mi ha scritto una lettera, è pronto a sedersi al tavolo per una pace duratura ed è pronto a firmare l’accordo sulle terre rare”. Con un discorso di un’ora e quaranta minuti – il più lungo mai tenuto da un presidente durante un primo intervento davanti al Congresso – Donald Trump ha celebrato i risultati ottenuti nei primi 45 giorni della sua presidenza e svelato molti temi cardine della sua amministrazione. Pace, dazi, America first, Panama, Groenlandia. E, nello spazio: “Andremo su Marte e oltre e pianteremo la bandiera americana”. Ma la migliore notizia, sul fronte della guerra in Ucraina, è la possibilità di un accordo a breve sulle terre rare, propedeutico a un tavolo di pace con la Russia, dopo le aperture da parte di Zelensky.
“America is back“, “l’America è tornata”, ha esordito, rivendicando la sua vittoria elettorale come un mandato senza precedenti. “Sei settimane fa, sotto questa cupola, ho proclamato l’alba dell’età d’oro americana. Da allora, non abbiamo fatto altro che agire con rapidità e determinazione per inaugurare l’era più grande e di maggior successo della storia del nostro Paese”.
Ogni frase del tycoon è stata accolta con grande entusiasmo dall’ala repubblicana, ma i democratici si sono fatti sentire sin da subito: il deputato democratico Al Green è stato espulso dall’aula dopo aver più volte cercato di interrompere il discorso del presidente, accusandolo di non avere il mandato per smantellare i programmi sanitari e scuotendo il suo bastone da passeggio. Altri dem hanno alzato in silenzio cartelli con scritte “Falso”, “Musk ruba” e “È una menzogna!”, e a un certo punto si è anche alzato un coro “6 gennaio!”, in riferimento all’assalto al Campidoglio del 2021.
C’era grande attesa per le parole del tycoon sull’Ucraina dopo l’annuncio dello stop agli aiuti. “Milioni di ucraini e russi sono stati uccisi o feriti inutilmente in questo conflitto orribile e brutale, che non ha fine”, ha dichiarato Trump nel suo discorso – Gli Stati Uniti hanno inviato centinaia di miliardi di dollari per sostenere la difesa dell’Ucraina. Ora basta. È tempo di fermare questo. È tempo di fermare le uccisioni. È tempo di porre fine a questa guerra senza senso”. Il tycoon ha parlato della lettera ricevuta poche ore prima da Zelensky. “Apprezzo che mi abbia inviato questa lettera”, ha detto il presidente, spiegando che il leader ucraino avrebbe riconosciuto gli sforzi degli Stati Uniti e si sarebbe detto pronto a trattare la pace e a chiudere l’accordo sulle terre rare.
“Allo stesso tempo, abbiamo avuto serie discussioni con la Russia e abbiamo ricevuto forti segnali di disponibilità alla pace – ha aggiunto – Non sarebbe meraviglioso?” Trump ha poi ribadito ancora una volta che la guerra è stata il risultato diretto della debolezza della precedente amministrazione di Joe Biden: “Quando Putin ha visto quello che è successo in Afghanistan, ha pensato: ‘Forse questa è la mia occasione’. Non sarebbe mai dovuto accadere. È stata una dimostrazione di incompetenza totale”.
Elon Musk e il ruolo nell’amministrazione
Riferendosi a Elon Musk e al neonato Dipartimento per l’Efficienza del Governo, Trump ha affermato che “tutti qui”, compresi i Democratici, apprezzano il lavoro della nuova agenzia. Ha poi dichiarato, contraddicendo quanto spiegato precedentemente dalla Casa Bianca, che Musk è “a capo del Doge”. Il presidente ha poi chiarito ancora una volta che chi si opporrà alle politiche del Doge, rischierà il licenziamento.
Un piano da 800 miliardi per il riarmo dell’Ue
«La questione non è più se la sicurezza dell’Europa sia minacciata in modo reale o se l’Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. In verità, conosciamo da tempo le risposte a queste domande. La vera domanda che abbiamo di fronte è se l’Europa è disposta ad agire con la decisione che la situazione richiede. E con la rapidità e l’ambizione necessarie». La risposta delle capitali europee, dice von der Leyen, è stata «tanto clamorosa quanto chiara»: «Siamo in un’era di riarmo. L’Europa è pronta aumentare massicciamente la spesa per la difesa per la nostra sicurezza».
I cinque punti di “Rearm Europe”
Rearm Europe, elaborato in vista del summit straordinario di oggi, si struttura su cinque pilastri. Il primo riguarda la possibilità per gli Stati membri di utilizzare finanziamenti pubblici e di difesa a livello nazionale, attivando la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita. «Dobbiamo consentire loro di farlo», spiega von der Leyen. «Se gli Stati membri aumentassero la spesa per la difesa in media dell’1,5% del Pil, ciò potrebbe creare uno spazio fiscale di quasi 650 miliardi di euro in un periodo di quattro anni».
Von der Leyen: “Spendere meglio e spendere insieme”
Il secondo punto introduce un nuovo strumento dell’Unione: «Fornirà 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri per investimenti nella difesa», spiega nel puto stampa la presidente della Commissione, senza tuttavia consentire domande. «Si tratta fondamentalmente di spendere meglio e di spendere insieme». L’obiettivo è sviluppare capacità paneuropee in settori chiave come difesa aerea, sistemi missilistici e di artiglieria, munizioni, droni e sistemi antidrone.
Tutto «per rispondere anche ad altre esigenze, dalla mobilità informatica a quella militare, ad esempio», aggiunge von der Leyen. Ciò aiuterà gli Stati membri a mettere insieme la domanda e ad acquistare congiuntamente». Ma c’è anche un altro aspetto: «Con queste attrezzature, gli Stati membri possono aumentare in modo massiccio il loro sostegno all’Ucraina. Questo approccio di appalti congiunti ridurrà anche i costi. Ridurrà la frammentazione, ma aumenterà l’interoperabilità e, naturalmente, rafforzerà la nostra base industriale di difesa».