Trump tra Siria e Corea del Nord

La Corea del Nord ha condannato la decisione di Washington di inviare una portaerei e la sua flotta nelle acque della penisola coreana, definita ‘una mossa sconsiderata’ e ha minacciato di essere pronta alla ‘guerra’.

Secondo Pyongyang l’invio della portaerei Usa è la dimostrazione che la strategia americana per invadere la Nordcorea ha raggiunto una fase pericolosa, ha spiegato un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano secondo l’agenzia statale Kcna.

Pyongyang è pronta a reagire in qualsiasi modalità di conflitto scelta dagli Usa. Ed è un punto. Dall’altro si può parlare e valutare l’azione di Trump in Siria.

Gli Usa ritengono che la Russia sapesse in anticipo del raid con armi chimiche in Siria la scorsa settimana, stando ad una fonte ufficiale americana,  citata dall’Associated Press,   che attribuisce la circostanza ad un drone che si sospetta fosse operato da Mosca e che sorvolo’ un ospedale dove venivano trasportate le vittime dell’attacco. Qualche ora dopo un jet di costruzione russa bombardo’ lo stesso ospedale. Una circostanza questa che fa dedurre che la Russia sapesse, stando alla stessa fonte.

Se è stato  definito disgustoso l’uso comprovato di armi chimiche da parte del dittatore siriano  che senso ha rinfacciare ora al presidente Trump il lancio di quei cinquantanove missili sulla base aerea siriana di Shayrat da cui avevano preso il volo gli aerei carichi, appunto, di quel tipo particolare di bombe destinate alla periferia di Idlib?

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