epa05886330 US President Donald J. Trump looks on during a meeting with President Abdel Fattah Al Sisi of Egypt in the Oval Office of White House in Washington, DC, USA, 03 April 2017. EPA/Olivier Douliery / POOL

Trump ipotizza di riesumare il TTIP

Mentre l’attenzione di tutti è concentrata sulle tensioni con Siria e Corea del Nord e sul taglio delle tasse per le aziende americane, sfugge ai più che l’amministrazione trump sarebbe invece sul punto di fare marcia indietro riguardo i trattati di libero scambio. Segnatamente il TTIP, quello con l’Europa affossato poche settimane fa ed ora probabilmente pronto a tornare agli onori delle cronache.

Il segretario al Commercio, Wilbur Ross, incontra in queste ore a Washington il commissario europeo per lo stesso ruolo, Cecilia Malmstrom. Obiettivo dell’incontro: individuare le modalità per rilanciare i colloqui sul TTIP, arenatisi per l’opposizione crescente in paesi come Francia e Germania oltre che di Donald Trump.

Qualche giorno fa, lo speaker repubblicano alla Camera, Paul Ryan, ha dichiarato che gli USA troveranno il modo per rilanciare le trattative con ‘gli amici europei’. E dalla Fiera di Hannover, la cancelliera Angela Merkel si è detta soddisfatta per la possibile riapertura dei colloqui sul TTIP, rimarcando come la Germania punti all’apertura commerciale, sostenendo di essere tornata sollevata dall’incontro con Trump del mese scorso, perché gli avrebbe spiegato e fatto capire quanto semplici sarebbero le regole di un accordo commerciale, contrariamente a quanto temuto dall’interlocutore.

Difficile, tuttavia, che i colloqui in essere tra Ross e Malstrom possano davvero rilanciare le trattative. Occorrerà attendere quasi sicuramente le elezioni in Germania per capire come si evolveranno le cose. Stante che il presidente del Consiglio Nazionale per il Commercio, Peter Navarro, ha ribadito la linea dell’amministrazione Trump, ovvero di privilegiare gli accordi bilaterali rispetto a quelli con aree economiche sovranazionali.

Riguardo all’accordo di Parigi quattordici procuratori generali statunitensi hanno scritto a Donald Trump per chiedere al presidente Usa di non fare marcia indietro sull’accordo di Parigi, siglato nel dicembre 2015 da circa 200 Paesi per ridurre le emissioni di gas serra in modo da arginare il riscaldamento terrestre.

Il cambiamento climatico, scrivono i responsabili della giustizia dei 14 Stati, dall’Oregon a New York, dal North Carolina al Massachusetts,  minaccia la nostra sicurezza nazionale, l’economia, la salute e il benessere.

Il cambiamento climatico, se lasciato indisturbato, porterà a disastri ambientali globali su una scala che probabilmente non riusciamo nemmeno a immaginare, si legge nella lettera. Eppure abbiamo motivo di speranza, poiché l’accordo di Parigi, negoziato sotto la guida americana e ratificato dalla grande maggioranza dei Paesi del mondo, ha il potenziale di invertire la traiettoria.

La richiesta rivolta a Trump è quindi quella di ribadire l’impegno degli Stati Uniti ad adempiere alle proprie responsabilità nell’ambito dell’accordo di Parigi. Il benessere del nostro pianeta, la capacità degli Usa di continuare a prosperare e a fare progressi, il futuro dei nostri figli e nipoti,  concludono i procuratori,   dipende da questo”.

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