Trump e Netanyahu l’ultima volta che si erano visti è stato lo scorso luglio a Mar-a-Lago. In piena guerra e con le presidenziali statunitensi alla porta. Quando Trump ripeteva che gli elettori ebrei che votano per i democratici “dovrebbero farsi esaminare la testa”. Il voltafaccia di Bibi all’arrivo di Biden non fu apprezzato da Trump: “La prima persona che si è congratulata con [Biden] è stata Bibi Netanyahu, l’uomo per cui ho fatto più di qualsiasi altra persona… Bibi avrebbe potuto stare zitto. Ha commesso un terribile errore. Da allora non ho più parlato con il leader israeliano.
Quando Trump a inizio anno pressava Bibi ad accettare l’accordo con Hamas “casualmente” ha postato sui social il video dell’economista Jeffrey Sachs, che accusa Netanyahu di manipolare la politica estera degli Stati Uniti, di orchestrare “guerre senza fine” in Medio Oriente e di essere un “oscuro figlio di puttana”.
In passato Netanyahu ha ottenuto molto in termini diplomatici: il riconoscimento della sovranità israeliana sulle alture del Golan, il sostegno agli accordi di Abramo con gli Stati del Golfo e lo spostamento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. A disegnare la cartina del Medio Oriente di domani è stato incaricato Steve Witkoff, l’inviato speciale della Casa Bianca: “La direzione del presidente è tirare fuori gli ostaggi, salvare vite umane e raggiungere una soluzione pacifica”.
“Quando ci sarà un serio progetto americano, ne sentiremo parlare da Witkoff. Non da Trump. È l’unico coinvolto nei dettagli dei complessi negoziati tra i due paesi”. La recente dichiarazione di Trump di voler “ripulire” Gaza, è apparsa un segnale coordinato con Bibi, allo scopo di calmare le acque, impedendo defezioni nella maggioranza. Tenere a bada l’estrema destra, che per rimanere fedele vuole qualcosa in cambio, possibilmente da poter sbandierare all’elettorato di riferimento se la tregua con Hamas tiene. In gioco l’accordo di tregua a Gaza, una partita che Bibi vorrebbe giocare a modo suo e nei tempi da lui stabiliti, togliendosi l’assillo dei militari e dei servizi segreti a mettere quello che lui considera un bastone fra le ruote. In ordine ha silurato il ministro della Difesa Yoav Gallant, ha ricevuto le dimissioni del capo di stato maggiore dell’esercito Herzi Halevi, e da tempo valuta la possibilità di rimuovere i vertici dello Shin Bet e del Mossad. Inseriti gli uomini chiave in ciascuna casella capiremo qual è il vero obiettivo di Netanyahu, ma dietro c’è il prezzo richiesto da Trump.
‘I legami tra Usa e Israele sono indistruttibili’, ha detto Donald Trump in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu sottolineando che negli ultimi due anni “i rapporti sono stati messi a dura prova.Ma con me e te saranno più forti che mai. Gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza, un controllo a lungo termine che porterà stabilità al Medio Oriente, Gaza sarà la rivière del Medio Oriente” ha detto Trump ribadendo che “i palestinesi devono lasciare Gaza e vivere in altri Paesi in pace, Gaza è un simbolo di morte e distruzione per decenni, i palestinesi vogliono tornarci perché non hanno alternative. Dall’attacco del 7 ottobre stiamo combattendo i nostri nemici e cambiando il volto del Medio Oriente.
‘’Abbiamo devastato Hamas, abbiamo decimato Hezbollah” ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyhau. “Israele non è mai stato così forte ma per assicurare il nostro futuro dobbiamo finire il lavoro”, ha concluso, precisando “Israele finirà la la guerra vincendola. La vittoria di Israele sarà la vittoria dell’America”. Infine ha detto: “La pace tra Israele e Arabia Saudita non solo è fattibile, ma ci sarà”.
Il Cremlino “ha ascoltato” le parole di Donald Trump in merito a Gaza ma la posizione della Russia “è ben nota” ovvero “una soluzione a due Stati. La tesi che è sancita nella pertinente risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.