(FILES) This file photo taken on December 21, 2016 shows US President-elect Donald Trump speaking to reporters at Mar-a-Lago in Palm Beach, Florida. US President-elect Donald Trump said December 24, 2016 he intends to dissolve his controversial philanthropic foundation to avoid conflicts of interest, but the move was quickly complicated by an ongoing legal probe. Trump's sprawling portfolio of US and overseas business interests and holdings -- as well as his Donald J Trump Foundation -- have come under increased scrutiny in the weeks since his election. The shuttering of his charity would be his first big step to avoid a brewing storm of potential conflicts of interest. / AFP PHOTO / JIM WATSON

Trump e la tromba del giudizio universale…

La Casa Bianca ospita il nuovo presidente americano,  Donald Trump, che inizia ufficialmente a guidare il paese. Promette di pensare solo all’America, di far ritornare il suo paese grande e di indicare nella storia della nazione il 20 Gennaio 2017 come la giornata in cui il popolo si è riappropriato del potere.  Trump parla direttamente ai cittadini e il discorso inaugurale lo ha dedicato a loro promettendo di tutelare sempre e soprattutto gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Anche perché, dal suo punto di vista, l’America per molti decenni ha arricchito l’industria straniera e agevolato le politiche militari di altri paesi investendo sempre meno negli interessi strategici a stelle e strisce: ‘Abbiamo difeso i confini delle altre nazioni, rifiutando di difendere i nostri; migliaia di miliardi di dollari sono stati spesi all’estero, mentre le infrastrutture degli Stati Uniti sono cadute in rovina e degrado. Abbiamo fatto ricchi altri paesi, mentre la ricchezza, la forza e la fiducia del nostro paese sono scomparse oltre l’orizzonte.  Questo è il passato. Ora stiamo guardando solo al futuro. Da oggi in poi, una nuova visione governerà la nostra terra. Da questo momento in poi, l’America verrà sempre prima’.  Trump, in pratica, annuncia che deciderà  sul commercio nazionale e internazionale, sul fisco, sul governo dei flussi migratori e sulla politica internazionale,  puntando a garantire un beneficio ai lavoratori e alle famiglie americane. In pratica la fine dell’era Obama e Trump, che in inglese ha il significato della ‘tromba del giudizio universale’, viene osservato con attenzione e preoccupazione.  Trump alla vigilia dell’insediamento aveva definito la Nato come  un’organizzazione obsoleta e i suoi interventi sul tema hanno messo in allarme gli alleati europei  invitati dal tycoon a mettere mano al portafoglio per partecipare in maniera più generosa al suo mantenimento, a non contare sulla generosità americana.  La posizione della Russia è chiara perchè considera l’Alleanza Atlantica un reperto archeologico.  Di incontri ravvicinati fra il nuovo presidente americano e Vladimir Putin per ora non se ne parla  ma ciò non toglie che sarebbero in corso contatti tra gli uomini del leader russo e i collaboratori più stretti del Tycoon. Ci vorranno comunque  mesi per un vertice. Una cosa al momento appare sicura: la Nato nei prossimi anni non si allargherà ad Est e i paesi che attendevano il visto di ingresso, come Georgia e  Ucraina dovranno attendere.

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