A worker at the CIA sweeps the foyer clean in at the CIA Headquarters, Langley, VA on Thursday, 03 March 2005. ANSA /DENNIS BRACK/BLACKSTAR/POOL

Trump ‘assolve’ Putin: ‘Rivolta dell’intelligence Usa’

Trump afferma prima la manifestazione di fiducia nella buona fede di Vladimir Putin, che ‘ogni volta che mi vede mi dice che non si è immischiato’ nelle presidenziali Usa e ‘credo davvero che quando me lo dice lo pensi davvero’, e attacca a testa bassa gli ex responsabili dell’intelligence Usa,   quelli scelti a suo tempo dall’amministrazione Obama,   accusati di aver alimentato il sospetto di un’influenza di Mosca sulle elezioni presidenziali americane.

Poi, di fronte alle critiche degli 007 statunitensi, una mezza marcia indietro: ‘Credo molto nelle nostre agenzie di intelligence’. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in visita ufficiale in Asia, scivola sul Russiagate suscitando nuove polemiche in patria.

Si scatena  una rivolta nella comunità degli 007 e un forte imbarazzo tra gli attuali vertici della Cia, quelli scelti dallo stesso tycoon: ‘Fidandosi di Mosca e minimizzando la minaccia rappresentata dalla Russia, il presidente Trump rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale’, replicano con durezza l’ex numero uno dell’intelligence americana James Clapper e l’ex capo della Cia John Brennan, per i quali le interferenze russe sul voto sono ‘provate e motivate’.

Ricordiamo che dopo il nulla di fatto per un incontro bilaterale, sabato i leader di Stati Uniti e Russia avevano avuto brevi scambi di battute a margine del vertice Apec e quando gli è stato chiesto dai giornalisti se avessero parlato anche del Russiagate, l’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato: ‘Credo che Putin sia convinto che né lui né la Russia abbiano interferito nelle elezioni. Penso che si senta offeso da queste accuse. E questo non è buono per il nostro Paese. Non posso stare lì a discutere con lui, devo discutere di Siria e Ucraina’. 

Nel mondo dei servizi non è andato giù il fatto che il presidente abbia dato l’impressione di dare più credito al leader del Cremlino  che alle conclusioni  cui sono giunte nei mesi scorsi Cia, Nsa e Fbi.

In un rapporto del gennaio scorso infatti le tre agenzie, con l’imprimatur del direttore dell’intelligence nazionale James Clapper, hanno messo nero su bianco che la Russia ha influenzato la corsa alla Casa Bianca al fine di favorire Trump contro Hillary Clinton. Lo stesso Mike Pompeo, uomo fidato che Trump ha messo alla guida della Cia, è stato costretto a diffondere nelle ultime ore una dichiarazione in cui sottolinea come la posizione della sua agenzia ‘non è cambiata’: Putin ha interferito sul voto dello scorso novembre.

Ma Trump non ci sta e su Twitter, in una pausa della sua lunga missione in Asia, definisce Clapper e Brennan ‘politicanti’ e ‘manipolatori’, accusando i democratici di essere dietro alla vicenda: ‘Il fatto che il presidente creda più alle parole di Putin che a quelle della comunità dell’intelligence è immorale’, ha replicato Clapper, per il quale è sconcertante che Trump non abbia fatto un forte richiamo a un presidente russo impegnato a minare il nostro sistema e la nostra democrazia: ‘Cercare di dipingere Putin in un’altra maniera e alimentare illusioni e ambiguità mette il nostro Paese a rischio’.

Anche Brennan non ha usato mezzi termini nel rispondere al tycoon: ‘Dovrebbe vergognarsi per il suo atteggiamento verso il presidente russo. Sembra intimidito da Putin, impaurito da quello che potrebbe dire o che potrebbe venir fuori dalle indagini sul Russiagate. Questo è molto inquietante, un pericolo per la sicurezza’. . Molto critici anche altri due ex alti responsabili della Cia.

Michael Morell ha sottolineato invece come Trump non dovrebbe fidarsi di Putin, ‘un ex agente russo addestrato a mentire e manipolare’.

Da parte sua, Putin ha definito estremamente corretto e amichevole il comportamento del presidente americano, sebbene i rapporti tra Russia e Stati Uniti non siano ancora usciti dalla crisi, anche se Mosca è pronta a voltare pagina e a guardare avanti.

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