Tripoli crei le condizioni per ricevere aiuti

Il messaggio del ministro degli Esteri Federica Mogherini alla Conferenza internazionale sulla Libia è stato chiaro: “O in Libia c’è una scossa che renda possibile e concreto il sostegno internazionale o  la situazione peggiorerà. La Libia non è sola, vista anche la la centralità del Mediterraneo nella politica estera del nuovo governo e l’imminente semestre di presidenza italiana dell’Ue.   Tripoli deve fare la sua parte creando le giuste condizioni politiche attraverso un dialogo inclusivo che consenta alla comunità internazionale di mettere in campo aiuti concreti e principalmente tecnici. Libico  deve essere lo sforzo più consistente.”. “Se la Libia fallisce, i libici non saranno gli unici responsabili. Sarà un fallimento di tutti”, ha però avvertito Mohamed Abdelaziz, che non vuole sentire su di sé tutto il peso di una situazione ogni giorno più critica. Nella conferenza stampa congiunta, il ministro libico ha ringraziato l’Italia e gli altri partecipanti alla Conferenza che ha visto oltre 40 ministri al tavolo, da Kerry a Lavrov, da Fabius a Steinmer e che rappresenta un salto qualitativo rispetto al passato. Ed espone gli obiettivi del suo governo: in primo luogo la sicurezza, che ha un impatto diretto sull’intera regione, con una giustizia giusta, equa ed umana, unita alla   demilitarizzazione delle milizie armate. Ma al contrario di quanto auspicava alla vigilia il ministro Mogherini, la conferenza si è conclusa senza l’indicazione di una data certa per nuove elezioni parlamentari, dopo la scadenza  fissata il 7 febbraio scorso  del mandato dell’attuale Congresso nazionale, che appare sempre più delegittimato. “E’ stato un grande piacere conoscerti, per te è stato un vero battesimo di fuoco con questa eccezionale riunione sulla Libia”,  così il  segretario di Stato americano John Kerry ha accolto il neo ministro italiano degli Esteri Federica Mogherini a Villa Taverna.   Kerry ha definito “molto importanti” i contatti, “in vista dello sviluppo futuro della Libia anche dal punto di vista della democrazia”.

 

 

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