Berlusconi: “Un problema tecnico risolvibile”. Tremonti non vota.Le opposizioni: “Il Cav si dimetta”. Cicchitto “Rinvio ddl intercettazioni”

“E’ un problema tecnico che si può risolvere”. Silvio Berlusconi nel corso dell’incontro avuto con diversi ministri ed esponenti del Pdl nella sala del governo accanto a Montecitorio, dopo la battuta d’arresto del governo sull’art.1 del rendiconto generale dello Stato, non vuole prestare più di tanto il fianco agli avversari.

Ora al Pdl non resta che giocare la carta del voto di fiducia per ricompattare la maggioranza, come propone Ignazio La Russa. “Deciderà il presidente del Consiglio – aggiunge -, per me sarebbe corretto mettere subito un voto di fiducia per vedere se il governo c’è o non c’è”.

A far bocciare l’art. 1 del rendiconto generale dello Stato sono pesate le assenze tra le fila della maggioranza. All’appello sono mancati ben 26 deputati. Tra i nomi, quello che pesa di più, è quello del ministro dell’Economia Giulio Tremonti su cui si è immediatamente aperto il fuoco amico. Gongolano le opposizioni che chiedono al presidente del consiglio Silvio Berlusconi di dimettersi.

Gli Assenti. Il voto è finito 290 a 290, nessuna astensione: il quorum richiesto era fissato a 291. Stando al regolamento della Camera, in caso di parità, la maggioranza è da considerarsi battuta. Dai tabulati della Camera dei Deputati tra le fila del Pdl mancavano 14 deputati, dai banchi della Lega mancavano all’appello due deputati, sei fra quelli dei Responsabili. Nel Pdl fanno rumore le assenze del ministro Giulio Tremonti assieme agli ex ministri Claudio Sacjola ed Antonio Martino. Oltre questi sono risultati assenti nel Popolo delle Libertà Filippo Ascierto, Vincenzo Barba, Elena Cementero, Giuseppe Cossiga, Sabrina De Camillis, Pietro Franzioso, Marco Martinelli, Giustina Destro, Dore Misuraca, Umberto Scapagnini e Piero Testoni. A questi si deve aggiungere Alfonso Papa, recluso a Poggioreale. I leghisti assenti sono due: Umberto Bossi e Matteo Bragantini.  Sei i Responsabili che hanno disertato Montecitorio: Paolo Guzzanti, Giuseppe Gianni, Andrea Orsini, Francesco Pionati, Amedeo Porfidia e Domenico Scillipoti. I deputati del gruppo Misto che in genere sostengono la maggioranza assenti sono Gianfranco Miccichè, Antonio Gaglione, Giancarlo Pittelli e di recente anche Andrea Ronchi.  Ed ecco che si arriva ad un totale di 26 assenze nella maggioranza, determinanti per la sconfitta del rendiconto dello Stato. Fra i deputati delle opposizioni, infatti, sono risultati assenti al momento del voto solo sei deputati: due del Pd (Luigi Nicolais e Angela Mastromauro), tre di Fli (Mirko Tremaglia, Francesco Divella e Antonio Buonfiglio e tre Udc (Luca Volontè e Francesco Bosi, con il leader Pier Ferdinando Casini). Nessuna assenza, invece, nel gruppo Idv. Le percentuali dicono che Idv aveva un 95% di presenze, la Lega il 93%, il Misto il 76%, il Pd il 98%, Pdl il 92&, Pt il 75%, l’Udc l’88%.

Fini. Un fatto senza precedenti. “Il presidente della commissione Giorgetti ha chiesto di sospendere la seduta. Mi sembra giusto, date anche le evidenti implicazioni di carattere politico dell’accaduto”. Per il presidente della Camera è “fatto senza precedenti” la bocciatura del primo articolo sul rendiconto dello Stato e “non è chiaro se potrà sopravvivere il rendiconto”.  .

Laboccetta e Napoli. Tremonti chiarisca assenza. “Quello del ministro Tremonti è stato un comportamento irresponsabile: è entrato in Aula 30 secondi dopo che era già avvenuta la votazione in cui la maggioranza e’ andata sotto, si è seduto tra i banchi del governo. Spiegasse perché”. Il deputato del Pdl, Amadeo Laboccetta, attacca il ministro dell’Economia dopo che la maggioranza è stata battuta sull’assestamento di bilancio. “E’ un provvedimento che porta il suo marchio”, incalza il deputato. anche il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli, va all’attacco del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. “Non vi sono dubbi – ha detto Napoli – un ministro che ha un suo provvedimento in Aula, ha l’obbligo di essere presente. Decida lui se ha avuto un comportamento consono o no”. Per Napoli “bisogna capire perché molti non erano in Aula”. Tuttavia per l’esponente del Pdl la bocciatura dell’articolo 1 del rendimento dello Stato non deve avere conseguenze sul governo. “Non era un voto fiducia”, ha tenuto a sottolineare Napoli.

Franceschini. Governo al capolinea. “Non è un incidente ma il capolinea, un’umiliazione per Berlusconi che arrivato in Aula si accorge che non c’era più la maggioranza”. Ora l’unica strada “sono le dimissioni”, afferma il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini.

Veltroni. Si dimetta. “Aveva sempre detto che voleva essere bocciato in Aula, questo è successo e quindi Berlusconi non può che trarne le conseguenze e andare al Quirinale”, è la considerazione di Walter Veltroni. “Berlusconi – continua l’ex segretario Pd – non può non dimettersi perché é stato bocciato su un atto fondamentale proprio quando era in Aula”.

Il giallo su Tremonti. Il ministro Giulio Tremonti era presente fisicamente a Montecitorio ma non è entrato mentre l’Aula si apprestava a votare. Ufficialmente risultava in ‘missione’. E’ entrato nell’emiciclo pochi secondi dopo la bocciatura dell’art.1.

Scajola riunisce i suoi. Insolita location per una riunione estemporanea degli scajoliani. Subito dopo la sospensione della seduta a Montecitorio, l’ex ministro ha riunito i fedelissimi in aula alla Camera. Scajola è reduce da un lungo incontro, questo pomeriggio, con Silvio Berlusconi.Il premier, secondo fonti parlamentari della maggioranza, subito dopo il voto con il quale l’assemblea ha mandato sotto il governo sul rendiconto dello Stato, ha raggiunto scuro in volto l’aula del governo di Montecitorio, con in mano l’elenco degli assenti. In particolare, Berlusconi avrebbe storto il naso proprio per l’assenza al voto dei due big al voto, Giulio Tremonti e, appunto, Scajola.

Di Pietro. Ora intervenga Napolitano. “Non si tratta di un incidente, ma di un atto politico uguale alla sfiducia del Parlamento nei confronti di questo governo, perché bocciare il bilancio dello Stato vuol dire bocciare l’atto fondamentale su cui si fonda l’attività di governo”. Lo afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. “Questa bocciatura non può essere rivista con qualche emendamento e qualche riproposizione in aula. In un Paese normale, anche nella famigerata Prima Repubblica, il governo si sarebbe immediatamente recato dal Capo dello Stato per rimettere nelle sue mani ogni decisione, comprese le dimissioni. Il governo Berlusconi non lo farà e noi ci auguriamo che il Capo dello Stato possa autonomamente prendere atto che questo Parlamento è ormai asfittico, perché non ha più nulla da dire e da dare al Paese. Prima che sai troppo tardi ponga fine al governo Berlusconi e ci mandi a elezioni anticipate”, conclude il presidente dell’Idv.

Cicchitto. Governo resta. Rinvio ddl intercettazioni. Per il premier Silvio Berlusconi la battuta d’arresto della maggioranza alla Camera non ha ”conseguenze” sul governo. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ne è convinto. Ora, però, a suo giudizio deve procedere con il voto sugli altri articoli del provvedimento, per poi riscrivere l’articolo uno, quello su cui la maggioranza è stata battuta. Sul ddl intercettazioni Cicchitto frena. “E’ certo che ora si rinvia l’esame del ddl intercettazioni”.

 

Bossi. Parla in giardino e non vota. Il leader della Lega Umberto Bossi non è riuscito a votare sull’articolo 1 dell’assestamento di bilancio per una manciata di secondi. Dopo essersi intrattenuto per una mezzoretta con i suoi nel gazebo del cortile della Camera, il Senatur si è avviato, quando la votazione stava cominciando, verso l’Aula fermandosi a rispondere ad una domanda dei giornalisti sulle contestazioni subite a Varese. Dopo aver negato di essersi sentito contestato, il leader del Carroccio si ha ripreso il cammino verso l’Aula ma il boato dell’opposizione per la sconfitta del governo lo ha sorpreso all’ingresso dell’emiciclo.

Circa redazione

Riprova

Ilaria Salis, candidata capolista nel nord-ovest con Avs

Ilaria Salis capolista alle Europee nel nord-ovest con Avs: un articolo de Il Foglio ricostruisce …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com