Tremonti e Berlusconi: ultima sfida sul condono. E spunta la patrimoniale

Bossi e Tremonti non vogliono proprio sentirne parlare. Il Dl sviluppo non dovrà contenere nessuna forma di sanatoria. Il Senatur e il ministro dell’Economia, nell’incontro di via Bellerio, hanno sostanzialmente chiuso la porta al condono in linea con quanto aveva già sostenuto il Tesoro, attraverso Luigi Casero, : “non si farà perché non è praticabile”. Ma sembra che il presidente del Consiglio non abbia gradito questa chiusura. Pressato anche da Cicchitto, il premier sa che con il Dl sviluppo si gioca tutto, governo e maggioranza, e se il condono serve sarà inserito. E Giulio dovrà adeguarsi, altrimenti la sua permanenza nell’esecutivo sarà a rischio. In tanti nel Pdl pensano che questa sia l’ultima partita che potrà giocare il ministro dell’Economia: se non sarà disponibile a smussare le sue posizioni in tanti sono lì, belli e pronti, a chiedere la sua testa al Cavaliere. I maggiorenni del Pdl sanno che il Dl sviluppo sarà e dovrà essere il nuovo ‘manifesto elettorale’ per far risalire il partito in vista delle elezioni che in molti danno come scontate per la prossima primavera. Ma allo stesso tempo non possono permettersi il lusso di perdere Tremonti perché è l’unico ministro credibile a livello internazionale. E proprio l’Ue sta dando ragione ad alcune misure proposte proprio dal ministro dell’Economia. Come spesso succede, nonostante tra i due sia finita la luna di miele, tocca a Silvio Berlusconi prendere in mano la situazioni e decidere se mediare con il suo ministro o arrivare allo scontro frontale.

Probabilmente, questa volta, il premier imbastirà sì una mediazione ma sarà molto labile con lo scopo di rompere con il ministro, assecondare i malpancisti che ragionano già in termini elettorali e assestare un duro colpo alla Lega. ma si potrebbe aprire anche un altro tema di scontro: la patrimoniale. Una parte del Pdl per fare cassa e aprire nuovi orizzonti al decreto sviluppo sul piano delle misure per la crescita sarebbero pronti a ufficializzare l’idea. Negli ambienti di partito si dice che anche il premier Silvio Berlusconi sarebbe favorevole ad una mini-patrimoniale, ma questa voce non trova conferme a Palazzo Chigi.

E.B.

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