epa06682867 Competitors on their way to the 'Col De Riedmatten' pass, during the 21st Glacier Patrol race (Patrouille des Glaciers 2018, PDG) near Arolla, Switzerland, 21 April 2018. The Glacier Patrol, organized by the Swiss Army, runs from 17 to 21 April. Highly-experienced hiker-skiers trek for over 53km (3994m ascent and 4,090m descent) along the Haute Route along the Swiss-Italian border from Zermatt to Verbier. EPA/ANTHONY ANEX

Tragedia sulle Alpi: 6 morti, di cui 5 italiani

Si fa ancora più tragico il bilancio dell’incidente sulle Alpi svizzere nella zona della Pigna d’Arolla: una sesta persona, una donna di nazionalità bulgara di 52 anni, è morta in ospedale. Lo riferisce all’Ansa il portavoce della polizia cantonale Markus Rieder. Gli altri cinque deceduti sono italiani, tra cui la guida alpina Mario Castiglioni che aveva organizzato la spedizione assieme alla moglie, di nazionalità bulgara, Kalina Damyanova.

Nell’incidente alpinistico tutti gli scialpinisti coinvolti sono stati recuperati e portati negli ospedali svizzeri. Lo precisa all’Ansa il portavoce della polizia cantonale che ha coordinato i soccorsi. Non risultano pertanto, aggiunge,  dispersi.

Secondo quanto ha riferito all’Ansa  la gendarmeria cantonale del Vallese, uno dei feriti gravi è deceduto in ospedale nelle ultime ore.

Tra le vittime, oltre alla guida della spedizione, Mario Castiglioni di Como, ci sono anche tre escursionisti esperti di Bolzano, Elisabetta Paolucci, Marcello Alberti (53 anni) e Gabriella Bernardi (53 anni), marito e moglie.

‘Parto domani per la mia grande avventura’. E’ quanto ha scritto Elisabetta Paolucci il 24 aprile ad un amico il giorno prima della partenza. Insieme a Marcello Alberti (53 anni) e Gabriella Bernardi (53 anni), marito e moglie, Elisabetta, insegnante di italiano a Bolzano si preparava a partire con i suoi amici e compagni di cordata da tempo, per compiere la Haute Route dal Monte Bianco al Cervino con gli sci. ‘Lo zaino è pronto. Le gambe speriamo che reggano ai chilometri e al dislivello’, scrive Paolucci ancora nel suo messaggino all’amico.

Elisabetta, detta Betti, era una grande appassionata dello sport all’aria aperta. La professoressa di italiano di un liceo bolzanino si era presa un anno sabbatico per approfondire gli studi, ma anche per compiere delle escursioni in montagna e in barca a vela. La notizia della morte dei tre amici, che da tempo stavano preparando questa impresa alpinistica con una guida alpina, ha suscitato grande sconforto a Bolzano. Inoltre, Marcello Alberti era un commercialista molto noto in città.

Sto bene. Mi hanno appena dimesso dall’ospedale: Tommaso Piccioli è uno dei partecipanti alla spedizione finita in tragedia sulle alpi svizzere nella haute route Chamonix-Zermatt, dove sono morti 5 italiani, inclusi i suoi tre amici di Bolzano. Dice solo questo all’ANSA, che lo ha contattato al telefono. Alla famiglia ha telefonato ieri. “Mi ha detto ‘sto bene’ – racconta il papà Stefano, anche lui architetto -. Sono all’ospedale. E’ successa una cosa gravissima e sono sopravvissuto grazie alla mia esperienza”.

Due giovani scialpinisti hanno perso la vita sull’Antelao, nelle alpi bellunesi. Appartenevano entrambi al Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. Si chiamavano Enrico Frescura, 30 anni, del Soccorso alpino di Pieve di Cadore, e Alessandro Marengon, 28, del Soccorso alpino del Centro Cadore, tutti e due di Domegge di Cadore.

 Un altro alpinista è morto sulle Alpi svizzere. E’ un francese di 49 anni travolto da una valanga nel pomeriggio di ieri e deceduto in serata all’ospedale di Berna. Con lui è stata investita anche una donna, sua coetanea, che è uscita autonomamente dalla massa nevosa, dando l’allarme. La slavina si è staccata verso le 14.45 durante la salita del Feechopf, 3.888 metri nel Vallese. I soccorritori giunti in elicottero – fa sapere la polizia cantonale – hanno trovato e disseppellito l’uomo, che risultava già gravemente ferito. La donna non è in pericolo di vita.

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