Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante la conferenza stampa di presentazione alla Farnesina del decreto sui migranti, Roma, 4 ottobre 2019. ANSA/ RICCARDO ANTIMIANI

Tracollo del M5S e di Luigi Di Maio in Umbria

Aveva ragione Matteo Salvini. Le elezioni in Umbria hanno segnato la disfatta del Pd e del Movimento 5 Stelle. Le due forze politiche rappresentano inevitabilmente il governo che esce sconfitto, di venti punti circa, dal confronto con il Centrodestra.

La piazza batte il palazzo, è lo slogan che circola in ambienti leghisti ormai dalla sera del 27 ottobre, quando era chiara la vittoria della Tesei. O meglio il trionfo, perché venti punti percentuali sono un gap pesante da digerire e soprattutto da giustificare per i giallorossi.

 La coalizione Pd-M5S non ha funzionato, o meglio non ha sovvertito le previsioni della vigilia. Anzi, la sconfitta forse è più pesante di quanto pronosticato. E a pesare è soprattutto il tracollo del Movimento 5 Stelle che perde quasi dieci punti percentuali rispetto alle elezioni europee.

 Resta ora da capire se e in quale misura il risultato del voto in Umbria possa avere ripercussioni sulla maggioranza di governo. Sicuramente Di Maio e Zingaretti saranno tenuti a rendere conto all’interno ai loro uomini e ai loro elettori. Poi si dovrà decidere se mantenere l’alleanza e lavorare di squadra o se lasciarsi questa esperienza alle spalle per tornare a seguire ognuno la propria via.

 La patata bollente passa inevitabilmente anche nelle mani d Giuseppe Conte, che su questa coalizione ci ha messo la faccia in prima persona. Anche se in maniera più o meno velata o indiretta. Il premier continua sulla sua linea difensiva: la sconfitta, largamente preannunciata, non ha alcun valore a livello nazionale, dove gli equilibri di forza restano invariati nonostante il risultato umbro abbia mostrato uno stacco considerevole tra il Pd e il M5s.. Si vince e si perde insieme, aveva ammonito Conte per timore che qualcuno potesse alzare l’asticella della tensione all’interno del governo. Giuseppe Conte è convinto che l’alleanza debba andare avanti anche a livello locale, e i risultati ottenuti dal Centrodestra sembrano indicare una via chiara: senza una larga coalizione Salvini e i suoi possono tornare al governo passando dalla porta principale e con l’ovazione delle piazze.

Di Maio prende le distanze ma il leader è in discussione nel Movimento.   Di Maio ha un’opinione decisamente opposta. Il tentativo deve finire qui, avrebbe fatto capire il leader pentastellato ai suoi. Ma fare un passo indietro non sarà semplice e sicuramente avrà delle ripercussioni. Il Ministro degli Esteri deve prendere una via precisa senza deviazioni. I continui e repentini cambiamenti alimentano le polemiche nel mondo pentastellato e il primo a pagare il conto potrebbe essere proprio il capo.

Partono, una dopo l’altra, le autocritiche, indirizzate in maniera più o meno velata al capo politico.  Tra le voci che si levano c’è quella di Barbara Lezzi: ‘Non posso, con rammarico, rivendicare la proposta di convocare un’assemblea del movimento 5 stelle. Tutto il movimento e non solo degli eletti. Ma i colleghi che lo hanno fatto, o intendono farlo, sarebbero coloro che, sempre attaccati alla poltrona  non riconoscerebbero il buono di questo accordo. Peccato che non venga riconosciuto neanche dagli elettori’, ha scritto l’ex ministro su Fb.

No, non sono affatto contenta del risultato- aggiunge-.  Mi addolora, mi fa arrabbiare. Non me lo aspettavo così deludente. In Umbria non siamo stati alternativa. Non siamo stati il cambiamento di cui c’è ancora estrema necessità. Siamo sfuggiti alla responsabilità politica. Questo è un dato di fatto di cui tutti dovremmo farci carico e avremmo il dovere di assecondare la necessità di un confronto costruttivo per individuare alternative, ormai, indispensabili. Ci sono le proposte, ascoltiamoci. Il movimento merita e ha bisogno, ora più che mai, della voce di tutti coloro che ci hanno sempre creduto, che lo hanno costruito e che lo hanno raggiunto negli anni. Nessuno sia escluso.

Arianna Manzi

 

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