Toto Quirinale, a che punto siamo: i possibili scenari

Dal Mattarella bis alla suggestione Cartabia: segnali potrebbero arrivare dal discorso di fine anno.

Il futuro della politica italiana è letteralmente nelle mani  del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: sarà, infatti, la sua mossa – in una sorta di effetto domino – a innescare, in un senso o nell’altro, tutte le altre. Per ora, un bis è l’ipotesi meno probabile viste anche le ultime dichiarazioni del Capo dello Stato che somigliano molto a un chiamarsi fuori dalla partita.

Mattarella allontana il bis, cosa ha detto?

Nelle scorse ore, Mattarella ha infatti citato l’ex presidente Giovanni Leone, che in un messaggio sulle riforme istituzionali inviato al Parlamento il 15 ottobre 1975 chiese di introdurre “la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con la conseguente eliminazione del semestre bianco”. Citazione casuale o indizio?

Inutile dirlo, un suo no aprirebbe una vera e propria voragine con il rischio più che concreto di voto anticipato. Secondo quanto riporta Dagospia però è ancora in piedi l’ipotesi di un Mattarella-bis, una proroga “alla Napolitano” almeno fino al 2023, che consentirebbe a Draghi di restare a Palazzo Chigi senza mandare il Parlamento in tilt.

In attesa del “segnale” di Natale

Si aspetta un indizio che dovrebbe arrivare nel discorso di fine anno: “Se Mattarella, farà chiaro riferimento alla fine del suo mandato – spiega Dagospia -, chiudendo ogni spiraglio a una possibile riconferma, allora il tanto evocato bis al Colle svanirà per sempre”. Al contrario, un silenzio sull’argomento “potrebbe essere interpretato come un’apertura, una sorta di piano d’emergenza offerto ai partiti nel caso in cui il Sistema s’inceppasse nelle votazioni in Parlamento”.

Suggestione Cartabia: sale Amato, scende Draghi

Nel frattempo, continuano a circolare altri nomi: nelle ultime ore, salgono le quotazioni di Marta Cartabia, attuale ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte costituzionale. L’idea di una donna alla Presidenza della Repubblica è certamente suggestiva ma rischia, alla fine, di restare tale.

Circola con una certa insistenza il nome di Giuliano Amato, che potrebbe mettere d’accordo in maniera piuttosto trasversale. Il diretto interessato – stando ad alcune indiscrezioni stampa – tifa per la Cartabia, forse una strategia per distogliere l’attenzione dal suo nome?

In lizza anche Romano Prodi, Gianni Letta, Pierferdinando Casini.

Colle più lontano – almeno così sembra – per il Presidente del Consiglio Draghi. Non è certo mistero che Bruxelles guarda a Roma con fiducia, grazie al tesoretto di affidabilità e autorevolezza. Se però l’ex BCE andasse ad occupare la casella del Quirinale, lo scenario più probabile sarebbe quello di andare ad elezioni. Un cambio di guida – magari con una possibile affermazione del centrodestra, potrebbe essere mal vista proprio ora che i rapporti con ora sono tornati sereni, e dunque, percepito come fattore di possibile incertezza, proprio ora che l’attuazione del Recovery Plan è entrata nel vivo.

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