Torino e ANPI: Via la targa che ricorda i martiri delle foibe

Foibe, la targa in ricordo delle vittime dà fastidio all’Anpi. E il Comune la fa rimuovere. Accade a Torino. E l’episodio scatena l’indignazione di Fratelli d’Italia. Con Giorgia Meloni che su Twitter protesta: “Continuano gli attacchi giustificazionisti contro le vittime delle foibe. Il Comune di Torino non deve prestarsi al gioco oscurantista portato avanti dall’ANPI. Il ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano, dalmata non cadrà nuovamente nell’oblio. Non lo permetteremo”.

La targa si trova in un giardino del quartiere Vallette Lucento, alla periferia nord ovest di Torino. Lo scorso 9 febbraio – ricorda Il Giornale –  alla vigilia del Giorno del Ricordo, Maria Grazia Sestero, presidente dell’Anpi provinciale di Torino ed ex deputata di Rifondazione comunista, si preparava a santificare la ricorrenza a modo suo. Prendendo carta e penna e inoltrando una richiesta urgente all’amministrazione comunale. Nelle righe impilate viene denunciato un fatto davvero scabroso. La targa posizionata nel giardino non è conforme a quella inaugurata a suo tempo dalla giunta Chiamparino“

La targa originaria recitava: “Giardino vittime delle foibe. In ricordo degli Istriani, Fiumani e Dalmati Vittime delle foibe e dell’Esodo dalle loro terre”. Sulla nuova epigrafe si legge invece: “Giardino vittime delle foibe assassinate solo perché italiane in Istria, Fiume e Dalmazia dai partigiani comunisti di Tito. Nel vandalismo di pochi, nell’indifferenza di altri. Torino Ricorda”.

La vecchia targa era stata danneggiata dai vandali. Il Comune non l’aveva sostituita con un’altra uguale. A quel punto l’esponente di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli aveva raccolto i fondi per posizionarne una nuova, non più in marmo ma in ferro, a prova di vandali.

“Prendiamo atto – commenta ora Montaruli – che la priorità del Comune di Torino sia rimuovere una targa d’acciaio in onore delle Vittime delle Foibe, installata poiché l’amministrazione comunale rinunciò poi a ricollocarla, dandola vinta ai profanatori”.

“Per ben due volte – continua la parlamentare – anonimi vandali, ma dalla chiara matrice ideologica, l’avevano demolita a colpi di martello. Nel primo caso il Comune l’aveva ricollocata dopo le nostre proteste, nel secondo caso aveva addirittura rimosso il basamento rimasto. Ora il Comune manderà i suoi operai al giardino Vittime delle Foibe, lasciato colpevolmente in stato di abbandono con erba alta, panchine divelte, gradinate in frantumi, muri coperti di scritte, e li metterà al lavoro non per riqualificarlo, ma per sostituire la targa”.

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