Gli artificieri dell'Esercito e i palombari di COMSUBIN della Marina Militare lavorano per rimuovere e neutralizzare l'ordigno della Seconda Guerra mondiale scoperto in un cantiere e innescato accidentalmente a Fano, 14 marzo 2018. ANSA/MINISTERO DELLA DIFESA EDITORIAL USE ONLY

Torino, disinnesco bomba, stop aerei treni metro

Sono iniziate a Torino le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico riaffiorato nei giorni scorsi in via Nizza, durante i lavori di scavo nei pressi di Eataly. Gli artificieri del 32/o Reggimento genio guastatori dell’Esercito metteranno in sicurezza la bomba da 500 libre, che ha all’interno 130 chili di esplosivo. La zona compresa tra via Nizza sino all’incrocio con via Millefonti, via Garessio, via Genova e corso Spezia è stata evacuata e sono state sospese le erogazioni del gas e dell’energia elettrica; bloccate anche la circolazione ferroviaria e il traffico aereo.

Sono circa trecento i residenti nella zona al Palavela dopo essere stati allontanati dalle loro abitazioni. Nella struttura la Protezione civile ha allestito un centro d’accoglienza, dotato di assistenza e di generi di prima necessità. Una ventina i disabili trasportati dalle ambulanze della Croce Rossa.

Le operazioni, che gli addetti definiscono di difficoltà di livello 8 su 10, sono coordinate dal capitano Elvio Pascale. “La bomba, un ordigno americano della Seconda Guerra Mondiale, è scesa perpendicolare al terreno, non si è attivata ed è risalita – spiega il maggiore Federico Pirola, coordinatore della Squadra artificieri del 32/o Reggimento genio guastatori -. Noi l’abbiamo ripulita. Ora la taglieremo e proveremo a svitare le spolette con la chiave a razzo. Se non fosse possibile, la taglieremo con lo searfish, con fresa a freddo che spara acqua e sabbia. A una parte verrà dato fuoco per provocarne la deflagrazione”.

‘L’anno scorso abbiamo fatto circa 113 operazioni e 250 disinneschi’,  ha detto il colonnello Emiliano Vigorita, comandante del 32/o Reggimento genio guastatori dell’Esercito, oggi a Torino per il disinnesco di un ordigno bellico riaffiorato nei giorni scorsi al Lingotto. I numeri – spiega – sono sempre abbastanza alti, principalmente nelle aree che, nella Seconda Guerra Mondiale, sono state interessate dai bombardamenti. Qui l’incognita è data dallo stato di conservazione dell’ordigno. Le bombe sono fatte per esplodere e il fatto che questa sia inesplosa significa che qualcosa non ha funzionato. Bisogna capire cosa.

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