Un Beppe Grillo performante e teatrale presenta per il suo messaggio ‘delicato’ ‘erga omnes’: “Il Movimento è morto ma è compostabile, l’humus che c’è dentro non è morto. Io ho un’idea che vi svelerò dopo, non è finita qui. Se volete andate a votare o andate a funghi, questo Movimento avrà un altro decorso, meraviglioso, che ci siate voi o no”, avverte i militanti. Risponde Giuseppe Conte: “Questa è una comunità orgogliosa, che non si lascia calpestare da nessuno, che non vuole andar per funghi”.
Grillo vuole riprendersi il simbolo dall’associazione e sembra andare proprio verso questa direzione: “Non lascerà il simbolo a chi non rappresenta più il Movimento, per lui meglio finisca in una teca…”, spiega chi gli è vicino. “Perché c’è da preoccuparsi?”, dice l’ex premier in Transatlantico ai cronisti.
“La nostra comunità, quella del Movimento 5 stelle, è abituata agli attacchi esterni anche perché, diciamolo, combattiamo battaglie scomode, che danno fastidio. Pensiamo al no all’Europa delle armi, al no al raddoppio dei finanziamenti pubblici ai partiti; pensiamo alla battaglia sul salario minimo, quella contro l’autonomia differenziata, e tante altre battaglie. Dispiace però – afferma l’ex premier nel video- che chi dovrebbe essere al nostro fianco e conoscerci meglio si è messo invece da tempo ai margini della nostra comunità e si dimostra disinformato”. “E sì – aggiunge – perché molte delle proposte menzionate in realtà si sono già tradotte in proposte di legge in Parlamento già depositate, che stiamo portando avanti con forza e determinazione. Questa è una comunità orgogliosa, che non si lascia calpestare da nessuno, che non vuole andar per funghi. Da giovedì a domenica tornerà a votare, rivoteremo tutti insieme perché ci sono anche nuove battaglie da portare avanti, quelle che voi alla base avete selezionato e avete votato e saranno gli obiettivi strategici che realizzeremo tutti insieme. Allora torniamo a votare perché da lunedì si volta pagina”, conclude Conte.
Danilo Toninelli, ex ministro di Conte ieri, reagisce pubblicamente allo scenografico grido d’allarme-annuncio funebre del Movimento che il garante ha confezionato ad arte per sparare l’ultima bordata di questa guerra senza esclusione di colpi con cui leader e padre nobile stanno pericolosamente danzando sulle ceneri del M5S. L’ex delfino di Conte, oggi sulle barricate con Grillo, si sta dando un gran da fare per rivendicare la posizione del fondatore, sperticandosi in elogi e condivisioni sull’Elevato e lanciandosi in attacchi frontali all’attuale leader del Movimento 5 Stelle e con l’occasione prova a togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa…
Così, sui suoi canali social e nella sua rubrica “Controinformazione”, l’ex pentastellato si butta lancia in resta a fare da scudo al garante del Movimento: «Arriva con l’inno d’Europa e dice: sono ottimista. È amatissimo Beppe – incalza Toninelli rilanciando il video in cui Grillo compare a bordo di un carro funebre. Ma l’introduzione discorsiva lascia ben presto il passo a una partecipazione emotiva che sfocia in ben altri toni: linguaggio e comunicazione? Si chiede e si risponde l’ex ministro: «Ma vi rendete conto dei formalismi rompic***i di un giuridichese e azzecca-garbugliese del c* * o? Porca p* * *a!» tuona il pentastellato contro vertice e commilitoni della Costituente ripreso, tra gli altri, dal Tempo. «Sapevo che non aveva niente a che fare col Movimento, ma era davvero inconcludente» E allora: «Posso dirvi una cosa che non avevo mai detto? – chiede ai suoi follower il dissidente – tante cose non ve le ho potuto dire e ve le sto dicendo piano piano, ma chi sa leggere dietro le righe sa da tanto tempo. Io non ho mai stimato Giuseppe Conte. Ho sempre saputo che non aveva niente a che fare con il Movimento 5 Stelle, ma io mi ricordo tutte le riunioni fatte con Giuseppe che aveva due caratteristiche – spiega –. La prima: non si capiva mai il punto in cui voleva arrivare. La seconda: non decideva mai. Non prendeva mai una decisione. Poi il piattume. Dopo tre minuti che lo ascoltavo, mi veniva da addormentarmi, come – immagino – tanti italiani che ovviamente purtroppo non votano più il Movimento».
Toninelli è un fiume in piena, e lascia che la polemica dilaghi e il suo malcontento si diffondi. Pertanto, ai microfoni di Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, aggiunge: «Quello di Conte non è più il M5S, è una costola sfigata del Pd dove confluirà entro pochi anni per dare posti di rilievo a qualcuno. Io in un possibile nuovo movimento insieme a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista? Sicuramente non ci sarò».
Quando ci sarà un contenzioso davanti a un tribunale per invalidare questa Costituente, il secondo voto non serve a nulla. Grillo ha detto chiaramente che Conte ha violato i principi costitutivi dei 5S». Quindi, sui duellanti l’un contro l’altro armati, Toninelli chiude con un’ultima annotazione sferzante: «Le è piaciuto il video pubblicato ieri da Beppe Grillo?» domandano i conduttori. «Si – risponde l’ospite –. Finalmente un po’ di autoironia, con Conte il M5S si prende troppo sul serio». Del resto però c’è ben poco da ridere…
Giuseppe Conte è d’accordo con Beppe Grillo su una cosa: “Il M5S da lui fondato è morto, su questo ha ragione in un certo senso, ma non sono morti i principi e i valori perché c’è stata una rifondazione” da parte degli “iscritti”, dice il presidente del Movimento in una intervista a Mattino Cinque. Sottolineando che il Movimento ha adesso “nuovi obiettivi strategici, politici, per definire l’azione e le nuove sfide, che non erano state pensate nel progetto originario, costruito per progetti locali, di portata perlopiù comunali”.”
Fino alle 22 di domenica 8 dicembre gli iscritti voteranno di nuovo sul ruolo del garante. Tra Beppe Grillo e la comunità, osserva Conte, “si è rotto qualcosa altrimenti” gli iscritti non avrebbero “mai deciso di votare la cancellazione della figura di garante”. A suo avviso ciò è successo perché “c’è stato un momento in cui Grillo ha detto ‘Draghi il grillino’, ‘Cingolani l’elevato’. Lui ha fatto il grande errore politico di costruire un rapporto personale con Draghi anteponendo questo rapporto alla rappresentanza politica di una intera comunità”. Ancora. “Grillo si è lasciato irretire da questo rapporto, altrimenti Draghi non gli avrebbe mai proposto di abbandonare Conte e la comunità a favore di Di Maio e la scissione”, aggiunge l’ex premier. Che racconta anche come è nato l’appellativo “Mago di Oz” datogli da Grillo: “Nasce durante il suo rapporto con Draghi, quando mi sfottevano, ma io non ne ho fatto mai una questione personale”.
Grillo dice di farci un altro simbolo? “Non esiste un Grillo depositario di un movimento politico alternativo, hanno fondato una forza politica che appartiene agli iscritti. Se una comunità deciderà di cambiare il simbolo lo faremo ma non è nella sua disponibilità”, sentenzia il leader. Ma il simbolo potrebbe essere portato via in Tribunale? “È stato registrato da Di Maio a nome del M5S e per i partiti politici vale l’uso consolidato del simbolo. Non è di Grillo e non è di Conte”.