“The Great Wall “: il 23 febbraio esce il colossal frutto della 1° coproduzione tra Usa e Cina

“The Great wall” è il nuovo film di Zhang Ymou con Matt Damon, ambientato nella Cina medievale e incentrato sulla Grande muraglia cinese. Si tratta di un film evento dal budget astronomico nato dalla prima coproduzione cinematografica tra Usa e Cina.
La pellicola è unica nel suo genere e segna una nuova era nei rapporti Cina-Usa perlomeno in ambito dell’ industria dell’ entertainment. Costato quasi 150 milioni di dollari(secondo quanto riporta Variety) è il primo film cinese con protagonista un attore americano vincitore di vari Golden globe ed un Oscar come Matt Damon e girato interamente in lingua inglese,ma con la direzione di un grandissimo regista cinese come Zhang Yimou,il cineasta giunto alla ribalta in occidente con un capolavoro come ‘Lanterne Rosse'(Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1991) e divenuto poi specialista nei block buster in “salsa cinese”con i film di stampo epico cavalleresco e ricchi di effetti speciali come’Hero'(candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 2003) o ‘La foresta dei pugnali volanti’ che seppure girati in lingua cinese hanno ottenuto significativi incassi in Usa.

Il mercato americano e globale fa gola ai cineasti cinesi, che cercano ora così con questo film di uscire dal loro isolamento sopratutto legato al fattore linguistico e approdare con un ‘ operazione a tavolino ai mercati occidentali con questo film,che promuove la loro cultura ma in maniera assolutamente innovativa e non stereotipata.
La più grande produzione cinese di tutti i tempi è quindi un film ‘glocal’ ma allo stesso tempo profondamente cinese, come “The Great Wall”.
Il mercato cinese, d’altro canto rappresenta per l’industria dell’ entertainment americano un enorme opportunità: in Cina l’industria cinematografica e il suo pubblico sono in costante sviluppo, e a dispetto di quanto succede in Occidente, si assiste al recente boom delle sale cinematografiche,con quasi 20 sale cinematografiche aperte al giorno.

Inoltre ora dopo anni di censura governativa e limitazioni a livello tematico e geo-politico, grazie ad un clima di maggiore apertura, il pubblico cinese può finalmente( seppure ancora con dei limiti) accedere a film “innovativi” per questo tipo di audience, e reclama pertanto con inesauribile entusiasmo nuove pellicole in continuazione. Se pensate che questi film prodotti in Cina per il consumo interno somiglino ai film sulla Cina tradizionale poetici ed esteticamente perfetti, che raccontano storie di enorme spessore culturale, come quelle che siamo abituati ad associare al cinema cinese nei festival internazionali di settore scordatevelo, in questo mercato oggi trionfa il genere fantastico ed un cinema basato su grandi effetti speciali spettacolari. Questo genere di produzioni sono richiestissime all’ ombra della muraglia, con buona pace della qualità artistica e dello spessore dei contenuti veicolati. D’altra parte però persiste il sistema delle cosiddette “quote”, ossia un “tetto massimo” oltre cui i film americani distribuiti in un anno non possono essere distribuiti in Cina.
Attualmente sono 34 le uscite di film americani consentiti nell’ arco di un anno, ciò però non impedisce all’ industry cinematografica targata usa di fare incassi cospicui con i suoi blockbuster.

In questo contesto ecco “The Great Wall” di Zhang Yimou che viene un po’ a mischiare le carte, e promette tra le altre cose di unire questi due mondi coniugando in un unico e spettacolare colossal qualità ed effetti speciali, e vuole stringere l’ occhio contemporaneamente al pubblico cinese e al pubblico occidentale. Gli elementi per un grande successo ci sono tutti: aldilà del regista Zhang Yimou, il cast oltre a vantare come si diceva un protagonista come Matt Damon, include anche Pedro Pascal (“la Vipera Rossa” Oberyn Martell, direttamente da Game of Thrones),

The  Great Wall
Willem Dafoe in” The Great Wall”
una star come Willem Dafoe( tra i tanti ruoli è stato l’indimenticabile sergente Elias Grodin, nel film “Platoon” di Oliver Stone) e dei veri fuoriclasse del cinema cinese tra cui Andy Lau ( che ricorderete in “La foresta dei pugnali volanti”) e la bellissima diva dagli occhi a mandorla Tian Jing(vista in “The Warring States”). Per gli stupefacenti effetti speciali sono state addirittura coinvolte delle vere autorità nel campo come Industrial Light & Magic (ILM) e Weta Workshop, cioè coloro che hanno realizzato gli incredibili effetti de Il signore degli anelli. La colonna sonora si promette epica e grandiosa frutto del genio musicale di Ramin Djawadi, già autore delle musiche di “Il trono di spade”, “Pacific Rim” e “Westworld”.

La trama ruota attorno alla Grande muraglia, simbolo stesso della cultura cinese nel mondo, tuttavia il film di Yimou non vuole affatto essere un film storico ambientato nella Cina del XII secolo, è la storia di un gruppo di guerrieri che combattono contro creature mitologiche.Il protagonista è Matt Damon un mercenario che giunto in quelle terre con Willem Dafoe alla ricerca di una misteriosa invenzione la polvere da sparo, si troverà invece a combattere le forze del male. Qui sulla grande muraglia si scontreranno in scene di combattimento spettacolari uomini, eserciti e mostruose creature leggendarie risalenti al folklore dell’antica Cina, i taotie.

Prodotto dalla società cinematografica cinese Legendary East e distribuito da Universal Pictures il film che verrà proiettato nelle sale americane già stasera, e uscirà invece in Italia solo il 23 febbraio, ha già fatto parlate molto di se negli scorsi mesi per le accuse di razzismo e whitewashing che ha ricevuto.
Da più parti infatti il film che è già nelle sale cinesi da dicembre ha sollevato le critiche relative alla scelta di un attore americano per interpretare la parte del’ eroe che salva il mondo, secondo alcuni ciò alimenterebbe il pregiudizio che “solo i bianchi possono salvare l’umanità”, inoltre ha destato scandalo che nei ruoli principali in un film ambientato in Cina sulla Grande muraglia, ci siano attori occidentali.

The Great Wall
MATT DAMON
La scelta di Matt Damon è però nei fatti facilmente comprensibile,l’intento dei produttori è tutt’altro che ideologico ma profondamente fondato su esigenze di marketing: in un blockbuster con aspirazioni di successo globale come “The Great Wall” Matt Damon, con il suo status di star del cinema, affermata in tutto il mondo, attrae spettatori a Pechino, come in Minnesota o a Parigi. Matt Damon interrogato su ciò ha così commentato le accuse di razzismo al film Comicon di NY: “E’ stato seccante. Ho avuto qualche reazione. Sono rimasto sorpreso, perché erano basate su un teaser. Non era nemmeno un trailer completo per non parlare di un film. Ricevere questo tipo di accuse…quello che mi ha più seccato l’ho letto su The Atlantic che io seguo da tempo, c’era un articolo su The Atlantic e io ho pensato “Davvero ragazzi?”. Per me sbiancatura è stato quando Chuck Connors ha interpretato Geronimo. (Ride) Ci sono versioni molto più sfumate al riguardo e io cerco di essere sensibile al riguardo, ma Pedro Pascal mi ha chiamato e se ne uscito con: “Sì, siamo colpevoli di sbiancatura. Noi tutti sappiamo che sono stati solo i cinesi a difendere la Muraglia contro l’attacco di mostri. Guarda, è stato bello aver reagito con un po’ di sarcasmo, perché siamo stati feriti dalla polemica. Noi la prendiamo sul serio.”

Aldilà della prevedibile polemica, che un pò stride con l’ intento del progetto di creare un ponte culturale tra oriente e occidente, il film è sopratutto un contenuto di fantasia e non documento storico.

Zhang Yimou in merito al film infatti ha commentato:”Credo che se questo film avrà successo aprirà sicuramente le porte a scambi più profondi tra Occidente e Cina. Cinema e viaggio sono per me due modi davvero efficaci per promuovere la cultura tra i popoli”.(fonte Ansa)
Infine ai detrattori del film che hanno ravvisato nella trama fantasiosa del colossal, una descrizione della cultura cinese piuttosto superficiale il grande regista di “Hero” ha risposto: “In questo tipo di film per il grande pubblico, è inevitabile che mostriamo solo certi aspetti della cultura cinese, quelli che amano più i giovani, come l’invenzione della polvere da sparo e la scienza e la tecnologia dell’antica Cina. E anche, ovviamente, la dedizione e il coraggio del popolo cinese nel difendere la propria patria. Questo è probabilmente il modo migliore per introdurre alla cultura cinese il più ampio pubblico”( fonte Ansa)Si tratta quindi come altri film di Yimou di un film che celebra in un certo modo il popolo cinese e a dispetto dei critici, secondo il suo autore non vuole certo minimizzarne la grandezza anzi.

Riuscirà dunque questa duplice operazione culturale tra Cina ed Usa a conquistare i botteghini e il pubblico di tutto il mondo? Per scoprirlo almeno in Italia dovremo attendere il prossimo week -end e l’ inesorabile test degli incassi al box office.

Valentina Franci

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