‘Tarzan e il cacciatore spietato’, due sold out e applausi infiniti

Messina – Supera se stessa, la Compagnia dei Balocchi di Sasà Neri. E anche per ragioni che vanno ben oltre il meritato successo di pubblico che regala due sold out su due repliche all’ultimo debutto, il musical ‘Tarzan e il cacciatore spietato’, andato in scena al Teatro Annibale. Sold out – val la pena di ricordarlo – nati senza un manifesto né una promozione, sold out basati solo su passaparola social e ‘real’.

Ma ecco le ragioni ‘oltre’. Uno: pezzi di copione portano le firme dei diretti interessati, gli attori performer che sono saliti sul palcoscenico a interpretarli. Due: alla guida della parte ‘sound’ ci sono tre ventenni, Giulio Decembrini per la direzione musicale, Chiara Caravella vocal coach e Simone Lo Presti sound designer, mentre un’appena trentenne, Claudia Bertuccelli, dirige le coreografie. Tre: è diventato ‘brand’ il mix di pop e world music tratta dal repertorio della memoria di diverse generazioni che costituisce la colonna sonora e aggiunge un tot di emozioni al già significativo percorso emotivo costruito con le azioni e le parole. Quattro: ancora una volta a far da protagonisti sono artisti che finora erano quasi sempre stati nel ‘coro’.

Così come è successo per ‘Capitan Rock’ e gli splendidi Claudia Aragona (Wendy) e Davide Caputo (Peter Pan), oggi succede per la storia dell’uomo-scimmia. Simone Siclari interpreta un Tarzan autoironico e coinvolgente e Chiara Frisone è una strabiliante, perfetta Jane. Di più. Con il suo sax e le sue enormi orecchie, Gianfranco Rodi è un Tanthor indimenticabile, il teenager Santi Lembo è un vecchissimo, delizioso prof. Porter, così come sono centratissimi i personaggi interpretati, giusto per citarne solo alcuni, da Giuseppe Scopelliti, una elefantessa filosofa, Giuseppe Lo Presti, un gorilla affetto da pessimismo leopardiano, Emanuel Raffa, il giaguaro bravissimo alle percussioni, Giorgio Galipò e Carola Colajanni, Tarzan e Terk da bambini. Cinque: a far camei e piccole parti sono stati i più esperti, i beniamini del pubblico: Alessandra Borgosano e Gabriele Casablanca, Cristina Dainotti e Luciano Accordi, Alice Ingegneri e Margherita Frisone, ancora una volta solo per citarne alcuni. Sei: tutti, o quasi, suonano. C’è la band, naturalmente, composta, oltre che da Decembrini, anche da Riccardo Ingegneri alla chitarra e Andrea Trovato alla batteria, ma praticamente non c’è un attore che in un momento o l’altro dello show non dia il proprio contributo, con strumenti noti e sconosciuti, o anche solo con versi a mimare il vento, la pioggia, il frusciare delle foglie. Sette: non si riesce a scegliere tra i tanti generi musicali, che pur su un impianto coerente, trovano ciascuno un proprio ‘perché’ e vengono messi in scena.

Né si riesce a scegliere tra le tante voci soliste, che già nel numero, così come nelle caratteristiche, danno l’idea della potenza di questa squadra: oltre a Tarzan e Jane, cantano da solisti Chiara Caravella (nel ruolo di Africa), Alessandra Borgosano (Terk, gorilla ‘sorella’ di Tarzan), Gabriele Casablanca (Kerchack, gorilla ‘papà’ di Tarzan), Cristina Dainotti (Kala, gorilla “mamma” di Tarzan), i giaguari Emanuel Raffa e Alice Ingegneri, Giorgio Galipò (Tarzan da giovane), Margherita Frisone (Ètienne), Laura Motta e Maria Serena Salvatore (pappagalline), Davide Caputo (uno dei componenti della gang di Clayton), Gaia Scorza (una dei gorilla). Otto: a rafforzare la band è venuto da Milano il bassista Matteo ‘Red’ Ercolino, che aveva conosciuto i Balocchi al Sae Institute durante la registrazione del cd tratto da ‘Gli Aristojazz’, per poi andare in scena con loro a Messina con il riallestimento proprio del musical molto liberamente ispirato a ‘Gli Aristogatti’ e non è mancato nemmeno per questo Tarzan. Nove: un “Comitato di genitori” ha affittato pullman, prenotato biglietti, e affollato la pomeridiana sobbarcandosi l’impresa epica di portare decine di bimbi (età asilo) da Brolo al Teatro Annibale di Messina, 80 chilometri di autostrada e vari chilometri dentro la città ad inizio di weekend.

Ma c’è una ragione numero dieci, forse la più importante. Come se non bastassero i  performer già citati, il cast è molto più ampio, e le voci di tutti, nelle battute come anche nel coro, sono fondamentali: Giulia Ardizzone (Lady Greystoke), Rodolfo Barraci (Lord Greystoke), Arianna Cama (formichetta), Damiano Gatto e Salvatore La Spada (la gang di Clayton), i gorilla Alessia Bombaci ed Enrica La Rosa, i mandrilli Claudia Aragona, Emilia Cacciola e Giorgia Costanzo, l’aquila Silvia La Face, i babbuini Mariangela Bruno, Marina Cacciola, Laura Fiorello, Miriana Saja, Irene Sangari ed Erika Siclari, nonché tutta la band che, oltre a suonare, da’ vita, insieme con Accordi e Scopelliti, ad una imperdibile serie di gag nel bel mezzo dello spettacolo. In totale, cioè, sul palco il musical vanta la presenza di più di 40 artisti. Un kolossal che però Sasà Neri gestisce con assoluta serenità, e che diventa una grande festa di attori e spettatori punteggiata da continui applausi a scena aperta e conclusa da lunghissimi applausi finali. Senza dimenticare che – in controtendenza con i teatri di mezza Italia  – in platea ci sono decisamente più giovani che anziani. E si comportano tutti da entusiasti, inguaribili fan.

Blackcap

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