Tartaglia Arte: rinasce FMR, la mitica rivista d’arte fondata da Franco Maria Ricci. Ecco come sarà

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:

A MITOLOGICA RIVISTA, FONDATA NEL 1982 DALL’EDITORE E COLLEZIONISTA SCOMPARSO NEL 2020, DOPO ALTERNE VICENDE È STATA RIACQUISITA DALLA MOGLIE DI RICCI LAURA CASALIS, ALLA DIREZIONE EDITORIALE DEL NUOVO PROGETTO. IL NUMERO ZERO DELLA USCIRÀ A DICEMBRE, PER IL SOLSTIZIO D’INVERNO

È un ritorno atteso, e anche molto auspicato da parte di addetti del settore, appassionati, nostalgici: il prossimo dicembre nascerà la nuova FMR, la mitica rivista che l’editore e collezionista Franco Maria Ricci (scomparso nel 2020 e a cui è dedicata la mostra I segni dell’uomo, appena inaugurata a Palazzo Pigorini a Parma) fondò nel 1982, distinguendosi nell’ambito dell’editoria d’arte non solo per la qualità dei contenuti, ma anche per l’eleganza della veste grafica. Nel 2008, Franco Maria Ricci cedette il marchio della rivista per realizzare un altro suo grande sogno, il Labirinto della Masone con annessa collezione d’arte, a Fontanellato. Dopo la conclusione di questo progetto, Ricci e la moglie Laura Casalis fecero di tutto per riacquistare il marchio, impresa riuscita lo scorso gennaio. “Come l’uccello Fenice o come la rosa che Paracelso fece rifiorire dalle sue ceneri, anche la mia rivista, FMR, risorge: eadem sed non eadem, la stessa ma non la stessa, come dicevano i latini della Fenice. Tredici anni fa passò in altre mani, poi in altre ancora. Ricordo che nell’ultimo numero curato da me firmai il commiato dai lettori con una rosa dai petali spezzati. Da allora ho costruito un gigantesco Labirinto che è anche un luogo di Meraviglie; ma sento che, senza quella rosa, qualcosa manca. Per questo tento di ripetere lo strano miracolo di Paracelso: la resurrezione di un fiore, del suo profumo”, è un testo ritrovato da Laura Casalis tra gli appunti di Ricci che, negli ultimi anni della sua vita, scrisse queste parole pensando forse all’introduzione della nuova rivista.

IL NUOVO FMR MAGAZINE

Il numero zero della nuova rivista farà la sua apparizione per il solstizio d’inverno 2021, e uscirà quattro volte l’anno, come un “dono di stagione”. Sarà pubblicata in italiano e in inglese e stampata in Italia dai tipi di Grafiche Milani, tra le tipografie storiche di Milano che ha già mandato in stampa le opere di Franco Maria Ricci. Un’Anteprima della rivista è distribuita proprio in questi giorni, una sorta di biglietto da visita del nuovo magazine in arrivo, disponibile su prenotazione sul sito francomariaricci.com. “Un fenomeno governa il mondo: la Sostituzione. Riguarda tanto gli oggetti, che col tempo diventano obsoleti, quanto gli esseri umani che ci lasciano, anche quando sono insostituibili”, scrive Laura Casalis nell’Anteprima. “È nelle vesti di timida supplente che scrivo queste righe. Per quasi mezzo secolo sono vissuta al fianco di Franco Maria Ricci. Sono stata sua allieva e compagna; ho condiviso lavori, dubbi, trionfi, sogni. L’ultimo, da cui non riusciva a staccarsi, era far rivivere la sua FMR: ‘la rivista più bella del mondo’”. La rivista avrà una nuova redazione, guidata Laura Casalis alla direzione editoriale e artistica e dal direttore Edoardo Pepino, e un pétit comité di consiglieri composto da Giorgio Antei, Massimo Listri, Giovanni Mariotti, Gabriele Reina e Stefano Salis. Scriveranno per FMR numerosi studiosi e scrittori, tra cui Héctor Abad Faciolince, Pietro Citati, Orhan Pamuk, Christian Beaufort-Spontin, Jean Blanchaert, David Ekserdjian, Sylvia Ferino, Caterina Napoleone, Pierre Rosenberg, Vittorio Sgarbi, Edward Sullivan, Óscar Tusquets Blanca.

IL NUMERO ZERO DI FMR MAGAZINE

Il numero Zero di FMR Magazine conterrà la rubrica Ut Pictura di Héctor Abad Faciolince, l’articolo Una Sisitina Francescana di Vittorio Sgarbi (un approfondimento dedicato alle chiese francescane, come il santuario della Madonna delle Grazie a Varallo, dove Gaudenzio Ferrari ci ha lasciato una versione rinascimentale della Biblia Pauperum), L’illusione Corberò, pezzo a quattro mani di Pablo Bofill e Nicolas Véron in cui si racconta dello scultore e architetto protagonista di una stagione artistica che ha elevato la Catalogna a capitale della modernità.

By Desirée Maida – artribune.com

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