Tartaglia Arte: La storia dei colori di terra oltre il marketing e la moda

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:

I COLORI DI TERRA, MATERIA DELL’ARTE E, SEMPRE PIÙ, GUSTO PREDILETTO DELL’ARCHITETTURA E INTERIOR DESIGN, IN TEMPI RELATIVAMENTE RECENTI HANNO AVUTO UNA GRANDE FORTUNA E ALTRETTANTA DIFFUSIONE. TANTO CHE, IN ALCUNI CASI, IL CONCETTO DI “COLORE DI TERRA” HA ASSUNTO UNA VALENZA CHE VA AL DI LÀ DEL SIGNIFICATO INTRINSECO DI COLORE. MA COSA E QUALI SONO CON ESATTEZZA QUESTI COLORI?

27 Per provare a rispondere al quesito su cosa e quali siano i colori di terra è necessario partire da una premessa sul colore in senso lato e nello specifico la materia dei colori, i pigmenti. Il colore si potrebbe definire quell’elemento fisico e ottico che permea ogni oggetto che ci circonda, dal paesaggio alla nostra pelle, e pervade la nostra esistenza più di quanto ognuno di noi possa immaginare. Da un punto di vista strettamente fisico il colore è la capacità di una data  materia di rifrangere la luce, o meglio il colore è ciò che il nostro cervello recepisce sotto forma di  radiazioni elettromagnetiche o frequenze di ciò  che emana quella data materia in presenza di luce.

COLORI E PIGMENTI

Il colore, nel suo aspetto concreto e materiale (non ci si riferisce ai colori dei pixel di uno schermo o di un cellulare per intenderci), è costituito da pigmenti. Il colore naturale nella sua forma primaria è pigmento: polvere di colore estratto dalla materia prima. Apprendere le caratteristiche salienti dei pigmenti puri può rivelarsi molto utile alla comprensione dei colori nel loro aspetto materiale nonché delle opere d’arte. I pigmenti si suddividono in categorie, classi e sotto classi. Possono essere organici o inorganici, naturali o di sintesi, la gamma è vastissima e in continua evoluzione. I pigmenti puri di origine naturale corrispondono grossomodo alla gamma dei pigmenti utilizzati nella maggior parte delle opere d’arte antiche (dipinti, affreschi e opere policrome in genere), che potremmo chiamare pigmenti della tradizione. I pigmenti naturali si possono raggruppare nelle seguenti categorie: pigmenti di terra o di cavatura; pigmenti minerali; pigmenti vegetali; pigmenti animali. Per dare un idea concreta di questa suddivisione possiamo fare alcuni esempi che certo non possono esaurire l’intera gamma. I pigmenti di terra sono i più diffusi e variano dai gialli ocra alle terre d’ombra naturali o bruciate ai bruni ad alcuni rossi e verdi. I pigmenti minerali sono per lo più azzurri, alcuni verdi, blu, violetti ma anche il grigio grafite. I pigmenti vegetali sono alcuni verdi, alcuni gialli, il nero di vite. I pigmenti animali sono i rossi, tipo di cocciniglia o la porpora e il nero avorio. I pigmenti hanno caratteristiche chimico-fisiche peculiari che li rendono più o meno adatti all’utilizzo in una data situazione. Più o meno solubili in acqua o in solvente, con maggiore o minore potere colorante, resistenti alla calce, ai silicati o ai solventi quale  medium o alla luce per esposizione. I pigmenti sono alla base di qualsiasi colore, sia esso disciolto in materia naturale come il colore a olio o a calce, smalti, acrilici oppure di sintesi.

COSA SONO I COLORI DI TERRA

Quando si parla di colori di terra, a parte l’evocazione bucolica che sa di natura e di biocompatibilità, ci si riferisce in realtà ad alcuni colori materiali che si presentano sotto forma di polvere. Ma cosa sono i colori di terra e soprattutto quali sono nel vastissimo panorama del mondo colore? Nel caso dei colori di terra i pigmenti, polveri dal potere colorante, derivano da materiale di cavatura, estratto dal sottosuolo. I colori di terra sono innanzitutto colori materiali, dalle caratteristiche chimico-fisiche tangibili e misurabili, peso specifico, granulometria, acidità, basicità, potere colorante, stabilità alla luce, e così via. Per dare un’inquadratura generale del colore di terra si potrebbero definire terre dal potere colorante che si estraggono dal suolo e, attraverso lunghi processi di purificazione, frantumazione ed essiccazione, che divengono pigmento.

COLORI E TERRITORIO

Il passaggio successivo circa quali siano i colori di terra riserva sorprese interessanti. Il pigmento contenuto nella terra di un dato territorio, come ben possiamo apprendere dalla semplice osservazione di un paesaggio naturale, può avere molte colorazioni e non tutte saranno marroni! Tutti conosciamo la terra di Siena con il suo giallo caldo e dal grande potere colorante e coprente. L’ocra gialla, chi non l’ha incontrata almeno una volta! Conosciamo la terra bruna e la più diffusa e famosa in senso assoluto, la terra d’ombra naturale con quel marrone che tende al verdastro utile come base di ogni composizione cromatica. La terra d’ombra bruciata, scura e calda che tende al rosa se diluita. Quindi abbiamo terre che vanno dal giallo al marrone al bruno scuro e fin qui sono colori che ci si può aspettare. Ma se ci si sposta in terra veneta, sull’altopiano Brentonico, troveremo una terra verde chiara come il colore di certe acque cristalline, il verde Brentonico appunto, dallo scarso potere colorante ma ben resistente alla luce e ai medium basici. Poi in altri territori troveremo dei rossi caldi e coprenti vagamente aranciati come il rosso Veneziano derivante dall’ematite, vicino allo scarlatto ma molto più compatto ed economico, o quello Pompeiano, spesso assimilato all’ocra rossa, ricco di ossido di ferro. Poi avremo terre poco coloranti grigiastre e chiare come la terra di Vicenza. Se infine ci spostassimo di latitudine a cercare le terre australiane o africane avremmo una gamma cromatica ancora più vasta. In termini estremamente sintetici la colorazione della terra è dettata dagli elementi chimici presenti in misura dominante nel sottosuolo o in venature particolari che ci forniscono la materia prima. Pertanto se vi sarà larga presenza di idrossido di ferro avremo una dominante gialla, in presenza di silicati ferrici e ferrosi di potassio, manganese o alluminio avremo una dominante verde, in presenza di sostanze organiche tipo lignite o torba avremo una dominante marrone, in presenza di ossidi o sesquiossidi di ferro avremo una dominante rossa.

IL MARKETING DEI COLORI DI TERRA

Da un breve elenco ci si può rendere conto che dire “colori di terra” per intendere la gamma che dal marrone va al “tortora” e all’ocra è una convenzione che esula dal significato intrinseco dei colori di terra. Da ciò ne deriva che quando si utilizza il termine “colori di terra” per dire “tortora” o “beige” si tratta di una convenzione dei nostri tempi che non vuole concretamente indicare o riferirsi ai veri colori di cavatura. Una convenzione linguistica più che tecnica che pare avere le chiavi del paradiso. Proporre in sede progettuale i “colori di terra” è quasi dovuto di questi tempi ed è garanzia di approvazione. È buono e fa bene, avrebbe detto il marketing del secolo scorso, e nessuno potrà mai porlo in discussione! Si aggiunga a questo che l’utilizzo del pigmento di terra è in realtà meno diffuso di quanto si possa immaginare. Molti dei prodotti commerciali, già pigmentati con presunti “colori di terra”, sono infatti ottenuti con pigmenti di sintesi che non hanno le caratteristiche chimico-fisiche delle terre.  Infatti le trasparenze e le vibrazioni di colore che possono offrire i pigmenti di terra sono uniche e variano a seconda della materia in cui è disciolto il pigmento, alla sua percentuale, densità e modalità di utilizzo o applicazione. In conclusione i colori di terra sono molti più di quanti se ne percepiscano come tali, hanno varie tonalità, diverse intensità sono meno diffusi in architettura di quanto si possa immaginare. Il mondo dell’estrazione e trasformazione in pigmento dalle terra ha un grande fascino, così come l’utilizzo in edilizia delle terre, quelle vere con i loro svariati colori e tonalità.

By Silvia Conti – artribune.com

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