Tartaglia Arte: Fabrizio Clerici, ovvero del Surrealismo italiano

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuta da Tartaglia Arte:

Esattamente 25 anni fa, Finarte dedicava un’asta ai beni di un grande artista del Novecento, morto appena due anni prima, il titolo era: “Arredi, Dipinti e Libri dalla Collezione Fabrizio Clerici”.

A distanza di tempo la memoria e il culto verso questo grande intellettuale, oltre che artista, non si è sopita.
Finarte è lieta di presentare un’importante selezione di lettere e carteggi, rare foto e libri, opere grafiche, disegni e tempere provenienti dagli studi di Fabrizio Clerici.
Sarà proposta una serie di 40 lotti che testimoniano, oltre ad aspetti poco noti del suo lavoro (come i progetti – disegni e tempere – per una grande vetrata realizzata nel 1957 per la Basilica di San Domenico a Siena) anche i suoi contatti con personalità del mondo dell’arte e della cultura, in Italia e all’estero da Salvador Dalí a Domenico Gnoli, che fu suo ammiratore e anche allievo per un breve periodo.
Fabrizio Clerici (Milano, 1913-Roma 1993) fu artista visionario, così definito da Federico Zeri: “Io considero Fabrizio Clerici il vero pittore metafisico italiano dopo de Chirico, lo ritengo l’artista che ha aperto e segnato un nuovo capitolo dell’arte italiana dopo il pictor optimus. Era un disegnatore superlativo, un acu-tissimo interprete dell’antichità classica, uno scenografo di raro talento. I suoi disegni giovanili erano sorprendenti, ed hanno avuto un riflesso su altri artisti”.
Laureatosi in architettura nel 1937, è stato anche illustratore e uno dei massimi scenografi e costumisti del suo tempo; le sue opere sono conservate nei maggiori musei internazionali come il MoMA e il Guggenheim.
L’asta presenta materiali in parte inediti che ripercorrono la sua lunga carriera, di artista e di fine intellettuale.
Tra questi spicca il ricco carteggio Cocteau & Clerici formato da una miriade di lettere e disegni di Jean Cocteau dedicati all’amico artista italiano e accompagnato da disegni, bozzetti di scena e figurini dei costumi dello stesso Clerici per una pièce di Cocteau “Les Chevaliers de La Table Ronde”. Esso include anche edizioni rare, tra cui una copia di “Le Mystère laïc”, 1928 con doppia dedica a Clerici di Giorgio de Chirico e Jean Cocteau.
Uno dei lotti raccoglie la sua biblioteca privata, una selezione di oltre 300 titoli perlopiù con dediche personali, ma anche arricchiti da disegni di Clerici e dei suoi amici artisti, a suggellare la profonda fusione tra le Arti che caratterizzò il suo stile di vita.
Una messe di documenti rappresentativa anche dei tanti campi artistici dove operò Fabrizio Clerici: dall’architettura, da ragazzo fu assistente di Marcello Piacentini e collaborò con molte riviste da “Lo Stile” a “Domus”, si vedano le lettere di Gio Ponti, Carlo Pagani, Pietro Maria Bardi e Lina Bo e molti altri; alla poesia e critica d’arte, con amicizie tra le più influenti personalità dell’epoca, da Giuseppe Ungaretti a Libero De Libero, da Ennio Flaiano a Eugenio Montale a Raffaelle Carrieri, da Cesare Brandi a Giulio Carlo Argan, Alberto Moravia, Sandro Penna, di grande rilievo sono le diverse lettere che Bernard Berenson scrisse al giovane Fabrizio Clerici; vasto anche il capitolo dei legami con le gallerie d’arte, con lettere a lui indirizzate di Irene Brin e Gaspero Del Corso della mitica galleria L’Obelisco di Roma e non ultime le lettere di Arturo Schwarz, che molto aveva ammirato un suo allestimento per un’edizione della Quadriennale di Roma.
L’insieme riguarda anche contatti che datano dagli anni ‘40 con artisti quali Giorgio de Chirico, che lo intratteneva sulla pittura a tempera, a quella nota e studiata con Alberto Savinio, che sovente scrisse di lui e lo ritrasse da studente universitario. Di Savinio sarà proposto un cospicuo corpus di documenti, tra lettere, libri dedicati e foto.
Tra gli artisti spicca Leonor Fini, che fu per Fabrizio Clerici amica e confidente di tutta la vita. Un carteggio straordinario e inedito (che comprende anche un lungo racconto della Fini degli anni ’40), dove l’artista surrealista si racconta dagli anni Quaranta sino ai Novanta con l’esuberanza e l’estro che le furono propri; carteggio che include alcune cartoline e lettere di Max Ernst, Paul Éluard, Leonora Carrington e Elsa Morante che Leonor Fini regalò all’assistente di Clerici, Eros Renzetti.
Fabrizio Clerici ebbe una sintonia con molti altri pittori e scultori già dalla fine degli anni ’30, da Leoncillo a Renato Guttuso e Toti Scialoja ma in primis con Balthus che non mancava mai di visitare tutte le sue mostre e con il quale ebbe una stretta fratellanza quando Balthus venne a Villa Medici come direttore dell’Accademia di Francia a Roma.
Oltre a Fabrizio Clerici e Leonor Fini, saranno presentati importanti carteggi di Eugéne Berman e Pavel Tchelitchew, i cui dipinti più caratteristici furono paesaggi immaginari di impronta onirica. Dell’artista russo sono presenti anche due opere su carta, una delle quali è lo studio per il dipinto “Phenomena”.
Amicizie strette Clerici le ebbe con designer come Piero Fornasetti (note sono le svariate collaborazioni tra Fornasetti & Clerici nel campo degli allestimenti e della editoria) e con registi, da Luchino Visconti (in asta, lettere e foto dedicate e un insieme di rare foto vintage di Mario Tursi per Morte a Venezia) a Federico Fellini (in asta, lettere e libri dedicati); con compositori come Igor Strawinski e Nino Rota e attori e personaggi del cinema del calibro di Anna Magnani, Margot Fonteyn, Clifton Webb, Alberto Lattuada, Giorgio Strehler, Peter Ustinov. I legami con i fotografi che lo ritrassero sono rappresentati da lettere e foto di Irving Penn, Herbert List, Louise Dahl-Wolfe e André Ostier.
L’occasione di questa asta su Fabrizio Clerici, considerato il massimo “surrealista” italiano, è unica per ricostruire i suoi contatti internazionali e per esplorare, con opere, scritti e foto, il clima culturale volto al “neoromanticismo” e all’arte visionaria dei sofisticati e rari pittori che operarono in Europa durante il ventennio 1935-’55.
Le parole di Cocteau sono forse la migliore introduzione a questa sezione: “Fabrizio Clerici non è forse uno dei prìncipi di questo realismo irreale che sarà il segno distintivo del ventesimo secolo? Come la natura Clerici arriva alla semplicità attraverso innumerevoli particolari. Non manca neppure uno spillo a questa legione di angeli e arcangeli che proteggono la sua casa. In essa non vi penetra oggetto che non sia sublime e la cui presenza non sia carica di segreti”. Bene, benvenuti dunque nella casa di Fabrizio, e buona lettura!
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LIBRI, AUTOGRAFI E STAMPE mercoledì 18 novembre 2020 Palazzo Odescalchi, Piazza SS. Apostoli, 80 – Roma I TORNATA ore 10.30 lotti 17 a 55

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