Tartaglia Arte: ”Dear You”: il MAMbo di Bologna sperimenta la mostra per corrispondenza

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:

L PROGETTO, A CURA DI CATERINA MOLTENI, CHIAMA A RACCOLTA SEI ARTISTI DELLA PAROLA E DEL CORPO PER AVVICINARSI AL PUBBLICO, LETTERALMENTE: CHIUNQUE PUÒ ISCRIVERSI PER RICEVERE LE LORO OPERE

MAMbo Veduta esterna Foto Matteo Monti

Innovare è il compito di un museo. Per questo il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, superata la dimensione digitale a cui si è dedicato per tutto il 2020, si sposta su un mezzo antico e tutto da riscoprire: la corrispondenza postale. Così è nato il progetto Dear you, curato da Caterina Molteni: la comunicazione tra artisti e pubblico, e la loro ricezione delle opere, avverrà (e sta già cominciando ad avvenire) tutta mezzo posta. Concepiti come poesie, racconti, istruzioni per atti performativi e dispositivi relazionali, i lavori che verranno realizzati e inviati creeranno una relazione nuova e intima al tempo stesso.

SEI PERSONAGGI IN CERCA DI LETTORE

La mostra è composta dagli interventi di sei artiste e artisti internazionali, accomunati da modalità espressive fortemente legate alla parola e alla performance: sono Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984), David Horvitz (Los Angeles, 1982) e Ingo Niermann (Biefeled, 1969). Il progetto nasce da una riflessione sui confini e sulle potenzialità dello spazio personale e di quello condiviso, soprattutto alla luce delle attuali condizioni di semi-isolamento.

A TU PER TU CON IL PUBBLICO

Dear you si propone di rivalutare esperienze emotive formative come la fragilità e l’emotività, esaltandone gli elementi “creativi” e aprendo a una nuova dimensione di amore, eros e amicizia tra ciascun artista e il pubblico. Dear you richiama espressamente la corrispondenza amorosa per accentuare la relazione intima sottesa allo scambio epistolare, tutto all’interno di una lacerante consapevolezza della perdita di contatto fisico e del radicale smantellamento della vita sociale.

Dora Garcia, Letter, Dear You

LETTERE IN VIAGGIO

Le persone che tra il 19 febbraio e il 14 marzo hanno deciso di rispondere positivamente alla proposta del museo, sono ben 1211, un numero che, a detta del MAMbo, è andato “molto oltre le più rosee aspettative”. Tra i partecipanti, 1099 sono residenti in Italia, mentre 112 riceveranno la loro corrispondenza all’estero, in 19 diversi Paesi: Austria, Australia, Belgio, Canada, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Turchia e Vietnam. In questi giorni sono state spedite e sono in via di ricezione, in Italia e all’estero, le lettere contenenti la prima opera creata da Dora García: questa, che i destinatari stanno ricevendo nelle proprie caselle postali in questi giorni, contiene la fascinazione dell’artista spagnola per l’atto della scrittura come motore di relazioni davvero paritarie e di costruzione di senso. Eccone un passaggio: “Cara, chi sei? Sono affascinata dalla scrittura, come sono affascinata dalla lettura, un’azione va in una direzione mentre l’altra va in quella contraria. Tu leggi quello che scrivo. Io scrivo quello che leggo e leggo quello che scrivo. Potresti non capire tutto quello che scrivo, potresti dover colmare le lacune. Comparirà un nuovo testo. Il testo che leggerai non sarà esattamente quello che scrivo. La nostra relazione è alla pari (leggere – lettore che scrive – scrittore)? Siamo alla pari? SÌ. SIAMO ALLA PARI. Io scrivo e perciò creo anche il copione di questa relazione, ma potrei essere vittima di un malinteso. Tu, che leggi, hai il potere di fraintendere, crei un nuovo testo.” García sintetizza qui alcuni dei temi ricorrenti della sua ricerca: la questione della rilettura e della possibilità di creare un nuovo testo ogni volta che raggiunge un diverso interprete; la potenzialità politica della parola, in particolare se introdotta da donne o da personaggi in posizioni marginali; e come ogni lettera abbia come vero destinatario il futuro. La prossima opera a partire per posta sarà quella di Allison Grimaldi Donahue.

By Giulia Giaume – artribune.com

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