“Di tutto mi pare si parli, riguardo al nuovo piano dei Trasporti in particolare ferroviari da realizzare grazie ai soldi in arrivo con il Recovery Fund, fuorché di potenziamento della fatiscente linea ionica. Il problema dei problemi relativamente alla mobilità su strada ferrata in Calabria che, se non affrontato e risolto una volta per tutte, resterà ancora, nell’occasione credo purtroppo per sempre, uno dei maggiori punti di debolezza della regione. Che rischia quindi seriamente di restare divisa longitudinalmente in due parti con un versante in cui si potrà contare su alta velocità e treni alimentati a idrogeno e l’altro viceversa fermo a una condizione propria della metà del secolo scorso. Una sciagura insomma”.  Si è espresso così, in termini al solito schietti e duri, il presidente di Tesoro Calabria, Carlo Tansi, tornato a occuparsi in un comunicato stampa della tratta ferroviaria della costa bagnata dallo Ionio. Un tema che gli sta particolarmente a cuore. Su cui spiega: “Ascolto taluni tronfi esponenti della vecchia classe politica calabrese che ancora una volta tentano, senza ritegno, di mettere il cappello su qualcosa di buono in predicato di farsi. Si tratta però di uno dei tanti ambiti rispetto a cui non solo non dovrebbe rivendicare il benché minimo merito quanto tacere per i ritardi, anzi i disastri, che si sono protratti e accumulati nel tempo anche grazie alla loro insipienza. Eppure, invece di stare zitti, hanno pure l’impudenza di fare grancassa – ha continuato lo stesso geologo alla testa del popolo arancione insieme al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris – festanti per i fondi che l’Europa ci ha destinato sì in ragione delle devastanti conseguenze dell’imperversare del Covid, ma anche in virtù dei nostri ritardi e dell’arretratezza a cui ci hanno appunto finora condannato dei politici locali nella migliore delle ipotesi incapaci e fannulloni”.
Il candidato Tansi è infine tornato sulla differenza tra parte tirrenica e ionica, chiosando: “Lungi da me alimentare ulteriori guerre tra poveri o introdurre rinnovati elementi di divisione in una terra bellissima ma martoriata anche dalle sciocche battaglie di campanile. Resta però il fatto che i miliardi di euro europei, in relazione a cui il governo italiano sarà chiamato a fare il miglior uso possibile con un impiego ragionato e pianificato in modo certosino mediante il piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), dovranno essere destinati in misura significativa per il trasporto su linea ferrata dell’area ionica calabrese. Altrimenti, in una regione dove in una sua metà ci si sposterà ancora a bordo dei ‘treni a vapore’ o su una strada tristemente nota per essere quella della… morte come la 106 ovvero ancora saranno dismessi aeroporti come il Sant’Anna di Crotone, ossia come se si fosse in un Paese sfruttato del terzo mondo e non in una regione fra le più paesaggisticamente apprezzabili, non si potrà ambire ad alcuna crescita. E il tanto agognato e da tutti sbandierato sviluppo socioeconomico continuerà a rimanere una chimera. Un’eterna promessa per tenere la gente buona e ferma al guinzaglio dei potenti”.