Tangenti e governo: Maurizio Lupi non pensa alle dimissioni

 Le opposizioni chiedono le dimissioni del ministro Lupi e lo scandalo delle tangenti che ha portato ieri all’arresto di Incalza scatena la bufera sul governo. Il presidente Pd Orfini interviene: “Ci sono cose che destano inquietudine e preoccupazione. C’è assolutamente la necessità che si chiariscano alcuni aspetti, poi si faranno le valutazioni”. Mozioni di sfiducia provengono da Sel e M5S, che chiedono la sfiducia del ministro Maurizio Lupi perché, tra le altre cose, “La stretta vicinanza di Lupi con il soggetto indagato Ercole Incalza si configura”quasi come una vera e propria subordinazione che mina la credibilità del ministro e pone un grave pregiudizio sulla sua capacità di svolgere liberamente la sua funzione”. Sel invece   afferma con forza: “Le dimissioni del titolare dei Trasporti dovrebbe chiederle Renzi”. Vendola sollecita in pratica una bonifica radicale del ministero delle Infrastrutture e le dovute dimissioni del ministro competente. Grillo da parte sua  chiede che il ministro lasci e restituisca i quattrini, con Salvini che afferma: “Io non condanno nessuno, però mi aspetto che il Ministro dell’Interno o il Presidente del Consiglio vengano in Parlamento a spiegare agli italiani se è tutto falso o se c’è qualcosa di vero. E se c’è qualcosa di vero non possiamo avere un Ministro dell’Interno e un Ministro delle Infrastrutture che lavorano con delle ombre del genere”. Dello stesso avviso è l’Idv che chiede le dimissioni di Lupi, o che Renzi lo estrometta. Maurizio Lupi, ministro per le Infrastrutture, non pensa alle dimissioni e le esclude: “No, le dimissioni no. Anche se, per la prima volta, vedendo tirato in ballo ingiustamente mio figlio, mi sono chiesto se il gioco valga la candela. Provo soprattutto l’amarezza di un padre nel vedere il proprio figlio sbattuto in prima pagina come un mostro senza alcuna colpa”.  Secondo i Pm di Firenze, una’cupola’ pilotava i grandi appalti pubblici in tutta Italia, come quelli legati all’alta velocità, a Expo e pure alle autostrade, come la Salerno-Reggio Calabria. A gestire l’affaire quello che i magistrati chiamano ‘Sistema’ sarebbero Ettore Incalza, già capo della Struttura tecnica di missione al ministero delle infrastrutture, e un imprenditore, Stefano Perotti. Entrambi arrestati ieri. Lo scandalo ha un pesante risvolto politico che tocca il governo nella persona di Maurizio Lupi per il suo “strettissimo legame” con Incalza e per una vicenda che emerge dall’indagine, visto che Perotti si sarebbe adoperato per trovare un lavoro al figlio di Lupi, Luca. Il quale ricevette anche dai Perotti un rolex da dieci mila euro in reagalo.  Incalza era il “dominus totale” che, ricorda il gip, ha ricevuto lo stesso incarico “da ogni compagine governativa che si è succeduta negli anni e dirigeva ogni grande opera, predisponendo le bozze della legge obiettivo e individuando di anno in anno quelle da finanziarie e quelle da bloccare”. Secondo i carabinieri del Ros sceglieva gli appaltatori amici suggerendo poi loro il nome dei direttori dei lavori, sempre persone riferibili a Perotti. In cambio riceveva compensi per consulenze, come i 500 mila euro ottenuti da una società impegnata nella Av Firenze-Bologna o i 700 mila dati da un’altra ditta a suo genero, Alberto Donati. Ai domiciliari l’imprenditore Francesco Cavallo e Sandro Pacella, collaboratore di Incalza. Coinvolti gli ex sottosegretari ai trasporti Rocco Girlanda e Antonio Bargone, l’ex deputato Stefano Saglia, poi nel cda di Terna, Vito Bonsignore, ex presidente del gruppo Ppe, e l’ex manager di Expo, Antonio Acerbo. Ognuno di loro, secondo l’accusa, ha avuto un ruolo in appalti pilotati. E spunta l’amicizia pericolosa tra un finanziere e Pacella, collaboratore di Incalza. Sandro Pacella, uomo di Ercole Incalza, aveva legami con un ispettore della Guardia di Finanza in servizio presso la segreteria del viceministro delle Infrastrutture Riccardo Nencini. Lo scrive il Gip di Firenze nell’ordinanza di custodia cautelare sottolineando che il rapporto tra i due è tuttora “da chiarire”. L’ispettore, prima di passare al ministero, era in sevizio presso la sezione di polizia giudiziaria della procura di Firenze. Il 6 agosto dell’anno scorso, scrive il Gip, riceve una telefonata di Pacella che gli chiede se fosse stato in procura: “volevo sapere come è andata”. L’ispettore risponde di non esserci stato, ma aggiunge che “avrebbe acquisito notizie l’indomani” relative “a quella questione”. Ed in effetti, annota il giudice, il giorno dopo il militare telefona a Pacella, che era fuori ufficio, e gli dice che ha bisogno di vederlo per “parlare a voce” con lui. Nel pomeriggio dello stesso giorno, il 7 agosto, i due prendono infine accordi per vedersi nell’ufficio di Pacella. Questo è quanto, ed è il punto di vista delle opposizioni. “Noi lo sosteniamo, abbiamo piena fiducia in lui e Lupi non ha pensato a dare le dimissioni”, afferma per converso il leader Ncd e ministro dell’interno, Angelino Alfano.  “Acceleriamo i tempi dell’informativa di Lupi in Parlamento. Lui è prontissimo ed è una persona perbene e onesta e questo è il punto da cui partire. Non essendoci questioni giudiziarie ma unicamente politiche c’è un luogo in cui propriamente si può spiegare ed è il Parlamento e si può benissimo anticipare la sua presenza”. Il ministro delle infrastrutture intanto è a Milano all’inaugurazione della Fiera Made Expo.  E’ chiaro che ci sono valutazioni politiche che si faranno ma ci vuole un po’ più di contezza delle carte. Poi c’è una decisione che spetta al singolo e credo che sia in corso una valutazione da parte del ministro, dice Graziano Delrio:  “Io penso che dobbiamo stare ai fatti: Lupi non è indagato ed i fatti non sono tutti a nostra conoscenza. Non c’è nessuno obbligo da parte del ministro, ci sono poi le valutazioni politiche che sono oggetto di valutazioni complessive che si stanno facendo in queste ore”. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ad oggi nessuno di noi può fare valutazioni senza un po’ più di contezza della carte. Poi c’è la decisione che spetta al singolo, che può fare delle scelte a prescindere. Credo che una valutazione da parte sua sia in corso, dipende da lui e non da me. Da parte nostra c’è un elemento di prudenza perchè stiamo valutando quello che è successo.

Cocis

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