Summit Ue-Turchia, sul tavolo la chiusura della rotta dei Balcani e il salvataggio di Schengen

I leader dei Paesi europei e della Turchia si siederanno oggi al tavolo di Bruxelles per discutere della crisi dei migranti e, soprattutto, di come evitare che diventi una catastrofe umanitaria. Nel summit straordinario, il secondo in tre mesi, servirà per fare concreti passi in avanti nella definizione di una strategia comune per la gestione dell’emergenza. Ma l’Europa vuole anche che Ankara rinnovi l’impegno per contenere, se non bloccare, i flussi di profughi che attraverso il suo territorio stanno raggiungendo la Grecia e, lungo la rotta balcanica, i Paesi del Nord Europa. E proprio nel Paese ellenico sbarcano ogni giorno tra i mille e le due mila persone, mentre oltre 35 mila persone sono intrappolate all’interno dei confini greci e impossibilitati di viaggiare verso il nord a causa delle frontiere chiuse.

Nel Consiglio Europeo si cercherà di tracciare un percorso per salvare Schengen. I leader europei della famiglia socialista si sono già incontrati nel consueto pre-vertice e alle 11 è stato fatto un meeting ristretto tra i presidenti della Commissione e del Parlamento Ue, Jean Claude Juncker e Martin Schulz, e il premier turco Ahamet Davutoglu. All 12.30 è invece fissato l’inizio del summit v euroturco al quale seguirà poi una riunione dei soli capi di Stato e di governo dei 28.

Intanto la Turchia si è detta pronta a diventare un membro dell’Unione europea, dopo 29 anni. La richiesta del Paese risale infatti al 1987. Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha dichiarato al suo arrivo al summit che il Paese è pronto a lavorare con l’Europa e a diventare a tutti gli effetti un membro dell’Ue: “Spero che questo vertice, che non si focalizzerà solo sull’immigrazione irregolare ma anche sull’adesione della Turchia all’Ue, sia un successo ed un punto di svolta nelle nostre relazioni”, ha poi aggiunto.

Per Angela Merkel la riduzione del flusso dei migranti in arrivo deve essere frutto di una soluzione sostenibile da ricercarsi assieme alla Turchia per garantire che il numero di arrivi sia ridotto per tutti. La cancelliera ha sottolineato come l’approccio Ue non possa essere quello di “chiudere l’una o l’altra cosa”. Merkel, spiegano fonti diplomatiche, è tra coloro che sono contrari alla possibilità di dichiarare chiusa la rotta dei Balcani occidentali seguita dai migranti per arrivare nel nord Europa.

 

L’incontro comunque non è iniziato nei migliore dei modi. Alla vigilia si è infatti consumata l’ennesima tragedia nel Mar Egeocausata dal naufragio di una imbarcazione. Almeno 25 persone hanno infatti perso la vita, mentre i più ‘fortunati’, diverse decine, sono stati invece tratti in salvo dalla Guardia costiera turca e italiana. Da Atene il premier Alexis Tsipras ha ribadito che il suo Paese non ha alcuna intenzione di diventare un ‘deposito di anime’ ed ha chiesto che venga dato “immediatamente” il via alle operazioni di ricollocamento dei richiedenti asilo che già si trovano sul suo territorio. L’Italia però non dorme sogni tranquilli. La chiusura della rotta balcanica potrebbe far transitare i migranti per l’Albania e da lì arrivare sulle nostre coste. Uno scenario che l’Italia conosce fin troppo bene e che cerca a tutti i costi di evitare.

Alessandro Moschini

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