Matteo Salvini

Sull’autorizzazione a procedere contro Salvini

Il voto del Movimento 5 Stelle sul destino giudiziario di Matteo Salvini è decisivo già nella Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato. Alle 11 del 30 gennaio l’organo di Palazzo Madama è chiamato a istruire il “caso Diciotti” che nasce dalla richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di processare il ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, abuso d’ufficio e arresto illegale per aver impedito ad agosto lo sbarco di 177 migranti per cinque giorni.

Dopo un iter che assicurano fonti della maggioranza non si prolungherà più di 15 giorni, la Giunta approverà una relazione da inviare all’Aula, poi chiamata a decidere se autorizzare o meno il procedimento a carico del leader della Lega.

Una situazione a dir poco scomoda per il Movimento 5 Stelle, caduto in una situazione lose-lose: costretto al rispetto del principio legalitario secondo cui i politici devono sempre sottoporsi ai processi come i comuni cittadini, ma pure consapevole del significato di un voto contro l’alleato di Governo, esponendolo a una ipotetica pena massima di 15 anni di reclusione.

Anche perché, pur trattandosi di una decisione politica del ministro titolare della sicurezza, la linea politica è sempre stata di totale condivisione delle scelte in tema di chiusura dei porti.

 Nell’organo di Palazzo Madama i grillini contano sette membri, la Lega quattro così come Forza Italia e Partito Democratico. Le autonomie ne hanno uno,  in linea con il Carroccio, Fratelli d’Italia sempre uno mentre il Gruppo Misto due: Pietro Grasso di LeU e l’ex M5S poi espulso Gregorio De Falco che ha già intendere il suo voto favorevole alla richiesta dei magistrati.

Questa la composizione della giunta. Presidente: Gasparri Maurizio (FI). Vicepresidenti: D’Angelo Grazia (M5S), Cucca Giuseppe(Pd). Segretari: Augussori Luigi (Lega), Grasso Pietro (Misto, Liberi e Uguali). Membri: Balboni Alberto (FdI), Bonifazi Francesco (Pd), Crucioli Mattia (M5S), De Falco Gregorio (Misto), Durnwalder Meinhard (Autonomie), Evangelista Elvira Lucia (M5S), Gallicchio Agnese (M5S), Giarrusso Mario Michele (M5S), Ginetti Nadia (Pd), Malan Lucio (Fi), Modena Fiammetta (FI), Paroli Adriano (FI), Pellegrini Emanuele (Lega), Pillon Simone (Lega), Riccardi Alessandra (M5s), Rossomando Anna (PD), Tesei Donatella (Lega), Urraro Francesco (M5s).

I grillini devono quindi decidere alla svelta quale linea assumere. La lettera inviata da Salvini al Corriere della Sera – con cui ha annunciato il suo cambio di posizione chiedendo al Senato di negare il processo – ha di fatto messo i Cinque Stelle in un vicolo cieco.  Alessandro Di Battista, ospite a Porta a Porta, ha dato la linea: “Vorrei far notare che qualora fosse successo a Luigi, lui avrebbe rinunciato all’immunità. Va riconosciuto che Salvini, che aveva detto ‘processatemi’ ha cambiato versione”. E ora che fare: “Credo proprio che voteremo di sì all’autorizzazione a procedere, poi troveremo una soluzione tutti insieme. E’ molto complicato per la storia del Movimento 5 Stelle non firmare un’autorizzazione a procedere. Ma quella decisione va presa in comune”.

Coerentemente con quanto sempre sostenuto, Fratelli d’Italia voterà no all’autorizzazione a processare il ministro dell’Interno sul caso Diciotti. Chiunque faccia il contrario in Parlamento – afferma Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera -avallerà il concetto che si possa proclamare, per via giudiziaria, la sovranità limitata e la subalternità della politica e dei suoi rappresentanti eletti dal popolo rispetto, secondo quanto fin qui detto da alcuni giudici, ai trattati internazionali che, ricordiamo, vengono sottoscritti senza alcuna legittimazione elettorale».

Matteo Salvini ha pienamente rispettato la sua funzione di tutela della sicurezza nazionale, aggiunge Lollobrigida. Se per i senatori del M5S non è così, e se quindi si esprimeranno per farlo processare, Salvini ne tragga le doverose conseguenze politiche.

 

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