Studenti in piazza. A Milano bruciate bandiere della Lega

Gli studenti scendono in piazza contro il governo. Gli organizzatori di Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link hanno lanciato iniziative in 70 città italiane per oggi e domani per protestare contro alcune misure inserite in manovra e chiedere maggiori finanziamenti alla scuola. Le bandiere della Lega e del Movimento 5 Stelle sono state bruciate in piazza Duomo, a Milano, dove il corteo diventa “No Salvini day”. I manifestanti hanno lanciato uova e petardi contro gli agenti di Polizia disposti in tenuta antisommossa, a pochi metri dal consolato Usa ed hanno imbrattato vetrini di diversi esercizi commerciali.

Gli studenti chiedono più investimenti in cultura e istruzione, protestano contro il numero chiuso alle università, chiedono scuole sicure, lavoro, borse di studio. Poi i soliti slogan ‘politici’ con la difesa dei migranti che c’entrano poco con la scuola.

“Dopo il nostro incontro con Di Maio del 26 ottobre, abbiamo visto una manovra di bilancio che prevede tagli ai finanziamenti per l’Istruzione e per la Cultura, dichiara Giacomo Cossu, Coordinatore nazionale di Rete della Conoscenza. “Scendiamo in piazza perché devono essere ripristinati i finanziamenti alla scuola e all’università sottratti negli ultimi 10 anni, con un investimento di 7 miliardi all’anno”. “Le coperture possono arrivare dal taglio dei sussidi statali ai petrolieri per almeno 2 miliardi. Di Maio ha dichiarato di voler approvare questa nostra proposta, ma dov’é il provvedimento? – continua Cossu – Siamo stanchi delle promesse, con la retorica non ci paghiamo l’affitto da fuori sede, il costo dei materiali didattici e le ristrutturazioni degli edifici scolastici e universitari che cadono a pezzi”.

“Dal ministero dell’Istruzione in questi mesi abbiamo ricevuto solo tagli e orecchie da mercante: il massimo esempio è il falso superamento dell’alternanza, che significa solo risparmi per il Miur e orientamento al lavoro per gli studenti”, dichiara Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti. “Il ministro Bussetti sostiene fermamente che gli investimenti non siano necessari per il miglioramento delle scuole di fronte ad edifici fatiscenti e soffitti crollati, diritto allo studio, welfare studentesco inesistenti, offerta formativa non di qualità”. “Alle esigenze degli studenti – prosegue Biazzo – questo nuovo ministro risponde tagliando 60 milioni di euro alla didattica, trasformando l’alternanza in orientamento al lavoro, lasciando che si sprechino 2,5 milioni di euro su polizia cinofila e telecamere nelle scuole! Basta scuse, inonderemo le piazze per costruire la scuola controcorrente, che sia libera gratuita democratica e ribelle!”

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