Roberto Calderoli in aula al Senato durante la discussione del disegno di legge sull'anticorruzione, Roma, 19 marzo 2015. ANSA/ANGELO CARCONI

Strategie di Calderoli per mandare Berlusconi al Colle

Roberto Calderoli, a detta sua, è sicuro che per mandare Silvio Berlusconi al Quirinale dasta seguire le poche e semplici regole dettate dal senatore leghista, re delle strategie parlamentari riconosciuto anche dal campo avverso.
“Se il presidente viene eletto entro le prime quattro votazioni sarà un uomo, se si va alla quinta potrebbe toccare ad una donna”, confida Calderoli al Corriere della Sera. Non fa identikit, ma dall’alto della sua esperienza (in Parlamento dal 1992, ha eletto cinque presidenti, Scalfaro, Ciampi, due volte Napolitano e Mattarella) i nomi probabilmente già gli frullano in testa. Di sicuro, quello del Cav. “L’elezione entro i primi tre scrutini, con la maggioranza dei due terzi, ha il 30% di possibilità. Al quarto o quinto scrutinio si sale al 70%”.

Finora, l’unico candidato certo sembra Berlusconi. “Numeri alla mano, le possibilità ci sono tutte. Mi bastano 430 voti. Il resto arriva”. A pendere dalla parte del Cav saranno, spiega il leghista, “i non ricandidatili, quelli che non hanno chance per il taglio dei parlamentari e per il calo del consenso del proprio partito, penso in particolare a M5S e Pd”. Un imprevedibile soccorso rosso al leader azzurro, che in cambio garantirebbe la fine naturale della legislatura nel 2023. Con quasi inevitabile conseguenza: l’addio di Draghi a Palazzo Chigi

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