Il ministro dell’Interno è intervenuto in audizione alla Commissione Affari costituzionali sulle linee programmatiche del dicastero sul tema dei migranti. «È mia intenzione definire, d’intesa con i miei colleghi interessati, degli interventi di natura normativa che affrontino i temi di particolare criticità, come i rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l’ingresso regolare degli stranieri», ha detto. Per Piantedosi, inoltre, «bisogna proseguire sul rafforzamento dei canali legali di ingresso dei migranti».

«Nell’agenda del prossimo Consiglio Affari Interni sarà affrontato anche il tema delle modalità di coinvolgimento di entità privati in operazioni di search and rescue. Siamo indubbiamente di fronte a un radicale mutamento di paradigma da parte del massimo organo decisionale europeo per niente scontato che finalmente pone la questione migratoria nella sua dimensione appropriata che è europea», ha aggiunto. «Credo di dover essere giudicato per quello che farò e noi dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare», ha spiegato Piantedosi. «Io ho detto fermatevi, verremo noi a prendervi – ha aggiunto – questo è il senso dei corridoi umanitari».

«Più partenze corrispondono a più morti, questo è il dato assoluto. Quindi quello che va fermato sono le partenze per fermare i morti». Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida durante un punto stampa a margine dei suoi incontri a Bruxelles. «L’Italia ha fatto tutto quello che poteva fare, e lo dicono i numeri. Abbiamo accolto più migranti di ogni altro, ma ora porsi è necessario porsi il problema a livello europeo, Non è possibile che una sola nazione si faccia carico del problema», ha spiegato Lollobrigida ribadendo: «L’immigrazione illegale è nemica dell’immigrazione legale, noi non siamo contro la migrazione siamo contro l’illegalità».

Nel periodo tra il primo gennaio e il 27 febbraio del 2021 sono sbarcate sulle coste italiane 4.887 persone; nel medesimo periodo del 2022, 5.474; tra l’inizio dell’anno e il 27 febbraio del 2023, 14.437. Con il governo di Giorgia Meloni gli sbarchi si sono molto più che triplicati rispetto allo stesso periodo del 2021 e più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2022.

Degli oltre 14mila migranti sbarcati in Italia quest’anno, la gran parte sono di nazionalità guineana e gli altri provengono da Costa d’Avorio, Pakistan, Tunisia, Egitto, Bangladesh, Eritrea, Camerun, Siria, Mali, a cui si aggiunge il dato del 43 per cento di persone provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Tra i naufraghi dell’ultimo fine settimana, queste sono le nazionalità più ricorrenti: afghana, pakistana, iraniana, somala e palestinese.

La tragedia di domenica 26 febbraio è successiva di appena pochi giorni al provvedimento assunto dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e dalla Capitaneria di Porto di Ancona nei confronti della nave Geo Barents, che fa riferimento a Medici Senza Frontiere: 20 giorni di fermo e una multa tra i 2mila e i 10mila euro, per non aver fornito tutte le informazioni richieste dalle autorità italiane riguardo l’ultima missione che si è conclusa lo scorso 17 febbraio con lo sbarco di 48 persone.

Così Medici Senza Frontiere: “ci viene contestato di non aver condiviso i dati del VDR (Voyage Data Recorder), richiesti a Geo Barents subito dopo l’assegnazione del porto di Ancona. Mai prima di questa occasione ci era stata rivolta questa richiesta e il Comando della nave ha sempre fornito tutte le altre informazioni relative alla missione (come il diario di bordo)”.

Infatti, i dati VDR hanno lo scopo di fornire, in una forma sicura e sempre disponibile, informazioni riguardanti la posizione, il movimento, lo stato fisico, il comando e il controllo di una nave nel periodo che precede e segue un incidente marittimo.

In questo caso, non si era verificato alcun incidente. Il che dimostra quanto sia stato arbitrario il provvedimento preso nei confronti della nave della Ong.

Cosa c’entra tutto questo con il naufragio davanti alle coste calabresi? In apparenza nulla ma – a ben guardare – c’è una relazione diretta tra i due fatti: se la strategia generale del governo è quella di “bloccare le partenze”, è ovvio che dissuadere le Ong dallo svolgere la propria attività è componente essenziale di tale piano. E il piano si rivela fallimentare, come i dati relativi al 2023 – vigente e potente il governo Meloni – dimostrano.

«Noi quest’anno lavoreremo per fa entrare legalmente quasi 500.000 immigrati legali. Questo può essere organizzato anche attraverso accordi multilaterali e bilarterali per sostenere l’immigrazione legale», ha aggiunto Lollobrigida. «Lavorare sui flussi è la strada giusta, noi abbiamo un piano flussi disatteso da anni che può essere un occasione per quelli che vogliono venire in Italia legalmente e in sicurezza».