Stentano crescita e competitività italiana

Fa bene il ministro Padoan a dire che non è ancora tempo per festeggiare, ed infatti guardando i dati diffusi dall’Istat sul Pil c’è poco da sorridere. La correzione per il valore del Pil del 2015, da 0,8 per cento a 0,6 per cento, conferma appunto il progressivo indebolimento della crescita congiunturale. Nel primo trimestre dello scorso anno il Pil è cresciuto dello 0,4 per cento, nel secondo dello 0,3 per cento, nel terzo dello 0,2 per cento, nel quarto solo dello 0,1 per cento. E se da un lato si registra con soddisfazione un lieve aumento dei consumi, dall’altro assistiamo ad un indebolimento della competitività italiana visto che le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4,3 per cento, inferiori purtroppo rispetto al 6 per cento delle importazioni. Dal canto suo il governo ha messo in campo misure significative ma i dati evidenziano che non basta. Anche perchè attraverso misure temporanee, come gli sgravi contributivi previsti per chi assume a tempo indeterminato disposti dal Jobs Act e poi rinnovati per tutto il 2016, il rischio è di produrre effetti non duraturi sull’economia, in quanto parallelamente si sarebbe dovuto agire con maggiore efficacia sul fronte delle imprese ed in particolare su quello dell’innovazione e quindi della competitività. A tal proposito nel passaggio al Senato della legge di Stabilità 2016 il senatore Azzollini aveva presentato un emendamento che puntava ad introdurre per il triennio 2016/2018 un credito d’imposta sugli investimenti in macchinari e attrezzature a favore delle imprese operanti nel Mezzogiorno, che avrebbe potuto raggiungere percentuali consistenti anche se selettivo. La decisione, poi, del governo di spostare l’esame delle misure per il Sud alla Camera ha impedito purtroppo l’esame e l’approvazione dell’emendamento, ed il risultato a cui si è giunti è stata una misura di minore importo, meno efficace e che ha preferito spalmare indistintamente gli sgravi su tutte le imprese. ‘Ritengo giunto, pertanto, il momento che all’interno dei gruppi parlamentari di Area popolare insieme con Angelino Alfano si apra una seria riflessione sugli strumenti di politica economica da utilizzare per avviare un percorso di crescita più sostenuto e al fine di evitare di ritrovarsi da qui a breve con dati che, se da un lato segnano un miglioramento, dall’altro continuano ad essere inferiori rispetto alle attese’,   dichiara il presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani.

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