Stato Palestinese. Diplomazie spaccate all’Onu

Nonostante le forti pressioni da parte dei paesi occidentali, il presidente palestinese Abu Mazen richiederà oggi alle Nazioni Unite il riconoscimento dello Stato palestinese. Il tentativo del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, a convincere il presidente palestinese a non utilizzare la carta Onu per chiedere il riconoscimento dello Stato non è servito a nulla. Le diplomazie di mezzo mondo sono a lavoro al Palazzo di Vetro per evitare una nuova crisi politico-militare nel medio oriente.

Usa. Pronti al veto. La posizione americana è chiara ed è stata illustrata dal presidente Barack Obama. Nel suo intervento davanti all`Assemblea Generale ha detto che uno Stato palestinese potrà nascere solo attraverso il negoziato tra le due parti e non con una risoluzione alle Nazioni Unite. Il tentativo di convincere Abu Mazen almeno a non rivolgersi al Consiglio di Sicurezza per richiedere una piena membership della Palestina all`Onu non ha sortito alcun risultato. Ed ecco che Obama è pronto ad il potere di veto per bloccare una simile richiesta. Anche l`ambasciatrice degli Stati Uniti al Palazzo di Vetro, Susan Rice, ha ribadito che una richiesta di riconoscimento di uno Stato palestinese non darà alcun contributo al processo di pace e servirà solo a ritardare la ripresa dei negoziati. “L`unica via attraverso cui i palestinesi possono ottenere l`agognata indipendenza sono i negoziati”, spiega la Rice.

Francia. Palestina stato membro osservatore. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato una sua proposta di compromesso, che prevede l`innalzamento dello status della Palestina alle Nazioni Unite da “entità” a “stato non membro” osservatore, in cambio della rinuncia da parte dei palestinesi del loro piano per richiedere al Consiglio di Sicurezza l`accettazione a pieno titolo della Palestina come membro dell’organizzazione. La proposta francese include anche una `Road map` con date certe per rilanciare al più presto il negoziato di pace tra israeliani e palestinesi e concluderlo nel giro di un anno. Per il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe, i palestinesi dovrebbero impegnarsi a non compiere alcun passo in violazione dello spirito del processo di pace, come ad esempio denunciare Israele alla Corte penale internazionale. Gli americani sembrano timidi, più possibilisti i paesi dell’Unione Europea sulla proposta francese. Spagna e Gran Bretagna hanno già affermato di essere disposti a sostenerla.

Italia. Coesione europea Per quanto riguarda l`atteggiamento dell`Italia, ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini ha incontrato il segretario generale della Lega araba, Nabil El Araby, a margine dell`Assemblea generale dell`Onu, al quale ha ribadito il forte impegno del nostro paese per mantenere la coesione della posizione europea sul processo di pace tra israeliani e palestinesi, sottolineando anche come l`Italia sostenga con “forza e convinzione” “l`obiettivo” dello Stato palestinese, in virtù “dei nostri storici legami di amicizia con il popolo palestinese e sulla base dei risultati eccellenti del processo di `institution building` portato avanti dal premier Salam Fayyad”.

 

 

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