epa06258400 YEARENDER 2017 JUNE US President Donald J. Trump makes a phone call to Prime Minister of Ireland to Leo Varadkar in the Oval Office of the White House in Washington, DC, USA, 27 June 2017. EPA/MICHAEL REYNOLDS

Stati Uniti-Giappone: telefonata Trump-Abe, aumentare pressione su Corea del Nord

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno accettato di aumentare la pressione sulla Corea del Nord e hanno discusso della prossima visita del presidente statunitense in Giappone prevista per il 5-7 novembre durante una recente telefonata. Lo ha riferito l’agenzia di stampa giapponese “Kyodo”, secondo cui i colloqui sono stati tenuti dopo la vittoria del partito di Abe nelle elezioni parlamentari anticipate di domenica. Trump si e’ congratulato con Abe per la vittoria nelle elezioni, mentre il primo ministro giapponese ha espresso la speranza che, durante la visita di Trump in Giappone, sarebbe stato affrontato il problema della Corea del Nord. I due leader hanno deciso di aumentare la pressione su Pyongyang in coordinamento con Seul come risposta ai test missilistici e nucleari del Nord.

La situazione nella penisola coreana e’ cresciuta negli ultimi mesi a causa dei ripetuti lanci balistici di Pyongyang e di un test nucleare, tutti condotti in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A settembre, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato la sua risoluzione piu’ dura contro Pyongyang, limitando le esportazioni di petrolio e l’accesso del paese al gas e vietando l’importazione di prodotti tessili dalla nazione asiatica. Le tensioni in particolare hanno portato ad uno scambio di minacce tra Washington e Pyongyang, con Trump che si e’ detto pronto a intraprendere un’opzione militare “devastante” per “distruggere” la Corea del Nord, qualora gli Stati Uniti fossero minacciati.

Trump ha dichiarato che il suo paese e’ “totalmente preparato” a rispondere alla minaccia balistica e nucleare nordcoreana. In una intervista trasmessa ieri da “Fox News”, il presidente ha ribadito che la sua amministrazione ricorrera’ alla forza militare se necessario a difendere il paese e suoi alleati asiatici dall’aggressione di Pyongyang. “Sareste stupiti se sapeste quanto siamo totalmente preparati (a una mobilitazione bellica) se dovesse essere necessario. Sarebbe meglio che non si arrivasse a tanto? La risposta ovviamente e’ si'”, ha detto il presidente. La tensione tra Washington e Pyongyang ha toccato nuove vette negli ultimi mesi, dopo che Trump ha minacciato la “distruzione totale” della Corea del Nord e rivolto al leader nordcoreano, Kim Jong Un, l’appellativo di “Little Rocket Man”.

Nelle ultime settimane Trump ha espresso a piu’ riprese scetticismo in merito ai tentativi della comunita’ internazionale e della sua stessa amministrazione di disinnescare la crisi del nucleare nordcoreano tramite il dialogo diretto con Pyongyang. “I presidenti (degli Stati Uniti) e le loro amministrazione hanno parlato alla Corea del Nord per 25 anni. Hanno stretto accordi e sborsato quantita’ enormi di denaro”, ha scritto Trump lo scorso fine settimana sul proprio profilo Twitter. “Non ha funzionato. Gli accordi sono stati violati quando ancora l’inchiostro era fresco, e i negoziatori Usa sono stati ridicolizzati. Mi spiace, ma c’e’ una sola cosa che puo’ funzionare”, ha scritto il presidente Usa, riferendosi al ricorso alla forza contro il regime nordcoreano.

La scorsa settimana la Corea del Nord ha risposto alle massicce manovra navali congiunte intraprese nella Penisola coreana da Washington e Seul minacciando di lanciare senza alcun preavviso un attacco di portata “inimmaginabile” contro le forze statunitensi nell’area. Lo ha comunicato ieri l’agenzia di stampa del regime nordcoreano “Kcna”, nel pieno delle accresciute tensioni nella Penisola coreana per l’avvio delle massicce esercitazioni navali intraprese da Stati Uniti e Corea del Sud. Il Comitato di emergenza nordcoreano contro le esercitazioni alla guerra nucleare ha condannato la mobilitazione di asset strategici da parte degli Stati Uniti nella Penisola, anche a seguito dei voli di bombardieri a lungo raggio effettuati la scorsa settimana, in concomitanza con l’anniversario della fondazione del Partito dei lavoratori nordcoreano. “Gli Stati Uniti hanno perso ogni controllo introducendo sotto il nostro naso proprio gli obiettivi che noi reputiamo primari. Gli Usa dovrebbero attendersi in risposta un attacco inimmaginabile per tempistiche e portata”, recita una nota del Comitato rilanciata dall’agenzia “Kcna”.

Le Marine militari di Corea del Sud e Stati Uniti hanno effettuato la scorsa settimana massicce manovre navali congiunte al largo della Penisola coreana, in un contesto di crescenti tensioni con il regime della Corea del Nord. L’esercitazione, battezzata “Maritime Counter Special Operations Exercise”, si e’ conclusa nelle acque del Mar giallo venerdi’, ma gli asset strategici mobilitati dagli Usa sono rimasti nell’area in attesa della visita del presidente Trump, in programma per l’inizio di novembre. Alle manovre hanno preso parte la portaerei Usa a propulsione nucleare Uss Ronald Reagan (Cvn-76) e due incrociatori lanciamissili classe Arleigh Burke: lo Uss Stethem (Ddg-63) e lo Uss Mustin (Ddg-89). Il gruppo da battaglia della portaerei Usa si e’coordinato con le unita’ della Marina militare sudcoreana e con gli asset difensivi costieri di quel paese; tra le unita’ della Marina di Seul che hanno peso parte all’esercitazione figurano l’incrociatore lanciamissili Sejong e velivoli per la guerra antisommergibili P-3 Orion.

Alle manovre, riferiscono fonti della Difesa di Seul, hanno preso parte anche elementi delle Forze speciali Usa imbarcate su un sottomarino a propulsione nucleare, che hanno condotto una operazione simulata di “decapitazione” dei vertici politici e militari di Pyongyang. Tra gli altri asset mobilitati per le manovre figurano caccia intercettori F-15K, aerei da combattimento FA-18 e A-10 ed elicotteri Ah-64E, Lynx e Aw-159 Wild Cat. Gli Usa hanno anche schierato un velivolo Jstars (Joint Surveillance Target Attack Radar System) per monitorare le attivita’ delle forze terrestri e marittime di Pyongyang. L’esercitazione, ha riferito il comando della Settima flotta Usa, ha puntato a promuovere “le comunicazioni, l’interoperativita’ e la partnership” nell’area delle operazioni della flotta.

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