Spread sotto 180

Dopo un avvio fiacco i listini europei sono migliorati di qualche frazione. L’attesa degli operatori è soprattutto per gli importanti dati macroeconomici statunitensi del primissimo pomeriggio. Con il miglioramento dello spread italiano e spagnolo, sia Milano sia Madrid sono passate in territorio leggermente positivo mentre le altre Borse europee restano leggermente più deboli. In Piazza Affari (Ftse Mib +0,3%) corre Mps (+4,8% a 0,19 euro), ma crescono anche Mediobanca (+2%), Ubi e Intesa (+1,7%). Controcorrente Bpm e Banco popolare, che cedono circa il 2% dopo la corsa di ieri. Tra i ‘piccoli’, il Credito valtellinese vola del 12% dopo aumento di capitale e piano industriale. Lo spread tra Btp e Bund scende sotto la soglia dei 180 punti base. Il differenziale tra il decennale italiano e quello tedesco è calato a quota 176,4 punti base, agli stessi livelli di novembre 2010, con il Btp che garantisce un rendimento del 3,385%. In calo anche lo spread tra Bonos spagnoli e Bund tedeschi, a quota 176,6 punti base. Mercati azionari asiatici senza grandi spunti ma tendenzialmente positivi, con gli operatori che guardano alla crisi della Crimea e alle previsioni sull’economia cinese. Bene Tokyo, salita dell’1,2% con Nec in rialzo del 4% e Fujitsu del 3%. In leggero calo i listini della Cina e anche Hong Kong verso la chiusura. In identico aumento finale Seul e Sidney (+0,8%). Ieri con la tensione in Ucraina che si  allenta  le Borse europee hanno messo a segno il rimbalzo dopo il tracollo di lunedì. Milano maglia rosa con un guadagno del 3,62%. Al momento ”non c’è la necessità” di inviare truppe russe in Ucraina, anche se ”la possibilità rimane”, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che Mosca non vuole annettersi la Crimea. Dichiarazioni che hanno innescato il rally sui mercati del Vecchio Continente: dopo Milano, tornata sopra la soglia psicologica dei 20mila punti, la migliore è Madrid (+2,51%) quindi Francoforte (+2,46%), Parigi (+2,45%) e Londra (+1,72%). Recupera la Borsa di Mosca, con un guadagno di oltre il 5% dopo aver perso ieri l’11%. Ripiegano invece le commodity dopo i rialzi di lunedì, l’oro perde oltre l’1% a 1.331,60 dollari l’oncia sul mercato di New York mentre il greggio cala a 103 dollari al barile da 104. Della crisi in Ucraina se ne parlerà molto probabilmente anche nella conferenza stampa che il presidente della Bce, Mario Draghi, terrà giovedì dopo la consueta riunione mensile del Board a Francoforte. L’Istituto centrale diffonderà le proprie stime su prezzi e crescita nell’eurozona fino al 2016 e con un tasso medio d’inflazione fermo allo 0,8%, ed in attesa di vedere come si evolve lo scontro Ucraina-Russia sulla Crimea, dovrebbe mantenere i tassi invariati al minimo storico dello 0,25%, secondo quanto prevedono gli analisti.

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