Sondaggi: ‘Centrodestra sempre avanti’. Partito di Conte al 24%

Tripolarismo fa rima con trasformismo. Di tanto almeno è convinto Nicola Piepoli, che individua nel M5S l’ago della bilancia. Ma è una rendita di posizione non destinata a durare molto. ‘Scelgano dove stare’, è infatti il pressante invito del sondaggista. Che aggiunge: ‘Si sono presentati come forza anti-sistema e ora sono parte del sistema. In due anni, due governi, uno con la Lega e uno con il Pd’, ricorda Piepoli, che assegna al MoVimento oltre il 15 per cento e con trend in risalita. Il punto – prosegue – è capire dove si collocano: a destra o a sinistra?. C’è anche un dato relativo ad un’eventuale scissione guidata da Gianluigi Paragone per la formazione di un partito euroscettico. Il sondaggio lo accredita di un lusinghiero 7 per cento.

Venendo al centrodestra, la Lega si conferma la forza più solida. Piepoli inquadra il partito di Salvini al 25 per cento dei consensi. Le quote di mercato – spiega – sono a favore della Lega e di Fratelli d’Italia, che sono due grandi forze popolari. Se i leghisti convincono un quarto dell’elettorato, i meloniani ne portano a casa più di un settimo, per non dire un sesto. Dunque, FdI oscilla tra il 14 e il 16 per cento. Vicino, insomma, ai grillini. Tra il 6 e il 7 per cento ecco invece Forza Italia. Ciò significa che mettendo insieme le tre liste, un’eventuale coalizione del centrodestra pesa più del 45 per cento, arrivando anche al 47 rilevato da altri istituti.

A sinistra è il Pd la prima forza. Ormai è diventato un partito conservatore, osserva Piepoli. Che lo dà a cavallo tra il 20 e il 22 per cento. Ma continua a pagare le divisioni. Prima dell’arrivo del 2020 è nata Italia Viva, che però è ferma al 3 per cento. Motivo per il quale Matteo Renzi non può andare a battere bandiera propria, spiega Piepoli. E lo stesso vale anche per Carlo Calenda: ‘Azione è al 2-3 per cento, ma deve trovare la propria collocazione. Ed è difficile trovarla in un’area nella quale il Pd riesce comunque a calamitare il 20 per cento dei voti’.

Se Giuseppe Conte decidesse di fondare un partito, questo varrebbe il 24%, ovvero quasi quanto la Lega di Matteo Salvini. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio commissionato ad una società svizzera e che Palazzo Chigi favoleggia solo per allontanare l’incubo dello sfratto del premier: lo scrive ‘Il Giornale’, secondo cui c’è la mano di Rocco Casalino nel gioco in difesa di Conte, che tra stato d’emergenza, sondaggi, rinvii e qualche rara decisione (vedi Autostrade, ma era spalle al muro) cerca in tutti i modi di rimanere in poltrona il più a lungo possibile.

Ma le cifre di questo sondaggio sembrano ai limiti della realtà, dato che l’eventuale partito di Conte non era mai stato stimato oltre il 14-16%. Di conseguenza quel 24% fa brillare gli occhi a Conte ma anche a qualcuno come Gianfranco Rotondi, l’ex Dc che per anni è stato alla corte di Silvio Berlusconi ma pronto a passare con il premier democristiano. ‘Si potrebbe fare un partito di centro plurale’, sogna Rotondi che viene riportato sulla terra dal più concreto Bruno Tobacci, altro ex Dc: ‘Per ora accontentiamoci del fatto che nessuno parla più di crisi di governo’. Ma in autunno l’argomento tornerà sicuramente in auge, soprattutto se le elezioni regionali dovessero risultare disastrose per i partiti della maggioranza.

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