Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra un momento dell'operazione coordinata dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato contro la `ndrangheta in Calabria ,4 aprile 2017. ANSA/Polizia EDITORIAL USE ONLY

Smantellata la rete di protezione del boss Pesce

REGGIO CALABRIA. La squadra mobile di Reggio Calabria e lo Sco hanno condotto un’operazione per l’esecuzione di 19 arresti nei confronti di presunti elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce di Rosarno. L’operazione, coordinata dalla Dda reggina, rappresenta la prosecuzione dell’inchiesta Recherche che, il 4 aprile scorso, aveva portato al fermo di 11 persone. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione mafiosa e favoreggiamento nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla polizia il primo dicembre del 2016, oltre che di traffico di droga ed intestazione fittizia di beni. Grazie alla rete di protezione, Pesce, anche durante la latitanza, riusciva ad amministrare le risorse incamerate dalla cosca. Il boss, secondo l’accusa, assegnava le risorse ai componenti ed ai loro familiari, gestiva in regime di sostanziale monopolio l’attività di trasporto merci su gomma grazie ad una rete di aziende messe in piedi con dei prestanome e curava i rapporti con le altre cosche.

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