Governo: Ok dal Senato. Letta: Inevitabile stare assieme

Dopo aver ottenuto la piena fiducia alla Camera dei Deputati, il governo bissa al Senato della Repubblica. Il governo di Enrico Letta ottiene 233 si, 59 no. I senatori astenuti sono 18. Per avere il semaforo verde da Palazzo Madama occorrevano 156 voti favorevoli.

Carico di aspettative per il governo. “Mi sono reso conto che c’è un carico di aspettative eccessivo su questo governo” ma ”la situazione è e rimane di grandissima emergenza” e la fiducia al governo non cancella la ”oggettiva fragilità” della situazione ha detto il premier intervenendo in aula prima del voto. “Se non c’è la consapevolezza dell’oggettiva fragilità di quanto fatto e di quanto stiamo facendo e si pensa che tutti i problemi si siano risolti facendo un governo io credo che abbiamo sbagliato. La situazione rimane di grandissima difficoltà”.

Governo legato agli obiettivi. “La vita del governo è legata al raggiungimento degli obiettivi illustrati ieri nel discorso programmatico – ha spiegato in aula il presidente del Consiglio nella sua replica al Senato”. “La squadra dei ministri – continua Letta – credo sia di per sé una parte del programma. La squadra lavorerà con il Parlamento in un rapporto corretto, dato che negli ultimi anni questo rapporto era diventato sempre più asimmetrico”.

La Convenzione cambi la Costituzione. Letta vuole una rivoluzione ‘costituzionale’ della seconda parte della Carta per ammodernare un bicameralismo perfetto che, in questo momento storico, rappresenta quasi un peso per l’attività parlamentare e il conseguente varo delle leggi. “Questo naturalmente non è solo colpa dei governi cattivi ma semplicemente perché un Parlamento con 945 tra senatori e deputati, con gli stessi poteri, non funziona. Da qui il tema della Convenzione costituente che abbiamo messo al centro della riflessione. Io ieri ho indicato il termine di 18 mesi e non perché ho voluto essere irrispettoso nei confronti del Parlamento, ma semplicemente perché ritengo che la vita di questo governo debba essere legata al raggiungimento di punti fermi e adempimenti certi -ha aggiunto Letta- che i cittadini devono poter esigere dalla politica”.

Pd e Pdl obbligati a stare assieme. “Anche io avrei voluto un risultato elettorale diverso, avrei voluto essere non qui ma magari seduto un po’ piu’ di lato in un governo politico diverso da questo. Ma la realta’ e’ il principale tema che un uomo politico deve mettere di fronte alla sua azione altrimenti raccontiamo favole a noi stessi per stare tranquilli” sottolinea Letta. E aggiunge: “Il mescolarsi e lo stare insieme fanno paura se si ha paura della propria identita’ debole, ma se si e’ convinti della propria identita’ ci si rende conto che non ci sono alternative”.

Berlusconi, leader con identità. “Io non credo che Silvio Berlusconi abbia una identità debole, se ho capito il personaggio. E anche io vengo da un percorso di semplificazione attraverso identità nuove di cui sono orgoglioso -ha spiegato il premier-. Se siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto non dobbiamo avere timore, di fronte alle politiche e’ assolutamente possibile trovare soluzioni comuni”.

Crimi. Letta si deve scongelare. Il M5S rinnova il suo no al governo di Enrico Letta e invita il premier a ‘scongelarsi’. “L’attendevamo sui fatti ha mostrato la rigidità di un sistema politico ibernato”, “lei ci ha invitato a scongelarci, ma l’invito a scongelarsi lo rivolgiamo noi a lei”. Così Vito Crimi (M5S) nelle dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo Letta. Il numero uno grillino a palazzo Madama poi ironizza sui ministri definendoli “nostromi di governi naufragati”. L’esecutivo, secondo Crimi, “sarà ostaggio di veti e mercanteggiamenti dei partiti”. Il M5S “non darà la fiducia”, ma si “confronterà sui contenuti”.

Lega si astiene. Scelta strategica quella adottata dalla Lega, che ha deciso di astenersi dal votare la fiducia al Governo, anche al Senato. A comunicarlo, il capogruppo al Senato Massimo Bitonci, confermando la linea già  tenuta ieri alla Camera. A chi gli fa notare che però al Senato l’astensione vale come un voto contrario, Bitonci risponde: “Non importa, anche perché la maggioranza ha da sola i numeri. La nostra indicazione è di carattere politico”.

Alla Camera il governo di Enrico Letta ha ottenuto 453 sì, 153 no e 17 astenuti, su 623 presenti. 

Circa redazione

Riprova

Ultima ‘nonsense’ di ‘Lollo’: ‘Un piatto di formaggi italiani obbligatorio nei menù dei ristoranti’

Nei comandamenti culinari della destra di governo qualcosa sta sfuggendo di mano a Francesco Lollobrigida, …

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com