Siria: Usa-Gb pronti all’attacco. Cecchini sparano su ispettori Onu

Cecchini hanno sparato contro gli ispettori delle Nazioni Unite, che oggi sono potuti partire per un sopralluogo nell’oasi di Ghouta alla periferia est di Damasco, dove mercoledì scorso sarebbe avvenuto il bombardamento lealista con missili al gas nervino che, a detta dei ribelli, avrebbe provocato centinaia di morti tra gli abitanti. L’attacco agli ispettori dell’Onu è stato denunciato da un portavoce del Palazzo di Vetro. Intanto il presunto attacco con il gas del 21 agosto a Damasco, che secondo l’opposizione siriana ha causato 1.300 morti, ha accelerato il corso degli eventi. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sarebbero pronti a lanciare un attacco missilistico contro il regime siriano di Bashar al-Assad. I vertici militari dei due Paesi starebbero mettendo a punto la lista degli obiettivi da colpire. I venti di guerra sono annunciati dal quotidiano inglese Telegraph, che parla di un’azione militare che potrebbe partire entro la prossima settimana. Più preciso il Daily Mail che riferisce di un attacco che potrebbe partire entro le prossime 48 ore e parla di un colloquio telefonico di 40 minuti tra il presidente Usa Barack Obama e il premier britannico David Cameron in cui sarebbe stato concordato il piano d’attacco. La Casa Bianca smentisce la ricostruzione dei due quotidiani inglesi. “Il presidente Barack Obama non ha preso alcuna decisione di passare all’azione sul piano militare”, fanno sapere da Washington. Il presidente siriano Bashar al-Assad, da parte sua, sostiene che le accuse dell’Occidente rivolte al regime siriano in merito al presunto uso di armi chimiche sono “un insulto al buonsenso”. ”Queste accuse – ha proseguito Assad in un’intervista al quotidiano russo Izvestia – hanno motivazioni politiche e sono suscitate dalla serie di vittorie che le forze del governo stanno ottenendo contro i terroristi”. Per il presidente, gli Usa devono sapere che, se decideranno di attaccare militarmente la Siria, “falliranno come in tutte le guerre che hanno scatenato finora, dal Vietnam a oggi”. “Possono avventurarsi in qualunque guerra – ha concluso – ma non possono sapere quanto durerà e fin dove arriverà”. La Russia è contraria ad un intervento militare e mette in guarda gli Usa sulle conseguenze “estremamente gravi” che avrebbe un eventuale atto di guerra contro la Siria. E questo potrebbe incrinare ancora di più i rapporti, già tesi, tra Mosca e Washington per il caso Snowden. “Si ha l’impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre più attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l’Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri russo.  La Turchia invece parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria anche se non sarà possibile raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell’Onu. “La nostra priorità – ha detto il ministro degli esteri turco al quotidiano Milliyet – è sempre stata agire con la comunità internazionale, con le Nazioni Unite. Se tale decisione non emergerà dal consiglio di sicurezza, in agenda saranno messe delle alternative” . “Attualemente circa 36-37 paesi stanno discutendo delle alternative. Se si formerà una coalizione contro la Siria in questo processo, la Turchia prenderà il suo posto”, ha aggiunto.

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