Siria, rapporto Onu arriverà lunedì

L’Onu dovrebbe rendere noto il rapporto sul presunto uso di armi chimiche in Siria “probabilmente lunedì”. La notizia arriva dal ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, secondo cui nel documento verrà reso noto “che c’è stata una strage chimica” e “ci saranno certamente delle indicazioni” sull’origine dell’attacco dello scorso 21 agosto nei pressi di Damasco. “Dal momento che solo il regime aveva gli stock, i vettori e l’interesse a condurlo, si possono trarre delle conclusioni”, ha proseguito il ministro, citato dai media locali.

Secondo Fabius, inoltre, l’attuazione della proposta russa per la crisi siriana necessita di quattro fasi. La prima, ha spiegato alla radio Rtl, è già alle spalle, con un riferimento alla presentazione di una risoluzione francese all’Onu. In secondo luogo, i colloqui tra russi e americani a Ginevra e poi la pubblicazione da parte delle Nazioni Unite “probabilmente lunedì”- del rapporto degli ispettori sul presunto uso di armi chimiche.

Fabius ha ricordato che “non e’ compito” degli ispettori indicare i responsabili del presunto utilizzo di armi chimiche e ha ribadito che “é il regime di Assad che detiene le armi e che ha dato l’ordine” di usarle. Infine, la quarta fase, prevede il “ritorno al progetto di risoluzione francese perché tutto dovrà essere inquadrato dal Consiglio di Sicurezza Onu”.

Secondo il ministro degli Esteri francese, il successo nel controllo delle armi chimiche é legato al rispetto di tre condizioni da parte di Damasco, ovvero gli impegni presi dalla Siria dovranno essere “rapidi, credibili e verificabili”. “Rapidi, significa che non dobbiamo andare alle calende greche – ha proseguito – Credibili, vuol dire che concretamente devono essere proibite le armi chimiche. E verificabili significa che ci devono essere gli elementi per verificare se tutto questo é vero oppure no”. Fabius ha quindi confermato che si tratterà di un lavoro lungo: “Ci vorrà – ha detto – un tempo enorme. In Iraq c’erano 25 tonnellate e le stiamo ancora distruggendo. Là (in Siria, ndr) ce ne sono più di mille tonnellate”.

Poi ha sottolineato: “Non vogliamo né la dittatura né i terroristi. Non ci sono da una parte il regime di Bashar al-Assad e dall’altra i terroristi di al-Qaeda”, ha detto rispondendo a una domanda degli ascoltatori sulle conseguenze per i diritti delle donne e la situazione dei cristiani nel caso in cui Assad lasci la presidenza.

Fabius ha inviato a “comprendere che non ci sono due gruppi in Siria”, ma bensì tre fronti: da un lato Assad, dall’altro –“agli estremi”- al-Qaeda, e “nel mezzo” c’e’ una ”opposizione che é moderata, che riconosce i diritti delle donne e i diritti dei cristiani”. “E’ stato fatto un lavoro molto importante per unire la resistenza che definirei ‘moderata’ – ha aggiunto – Se si vuole uscire dal caos attuale bisogna fare in modo che ci possa essere un dialogo tra il regime e questa opposizione moderata”. “Noi non vogliamo né la dittatura né i terroristi – ha concluso – Noi vogliamo fare in modo che la Siria possa ritrovare i suoi diritti

Sul fronte della cronaca, un portavoce dei ribelli dell’Esercito libero siriano ha dichiarato, al quotidiano saudita ‘al-Watan’, che il regime di Bashar al-Assad ha intenzione di trasferire il suo arsenale chimico in Iraq. Secondo la fonte, l’operazione di trasferimento delle armi sarebbe supervisionata dalle Forze di al-Quds dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, ovvero i Pasdaran. Il governo di Baghdad sarebbe a conoscenza del piano, precisa l’esponente dei ribelli.

Sulla questione dell’arsenale chimico siriano, il segretario di Stato americano John Kerry è arrivato a Ginevra per alcuni colloqui con il collega russo Sergei Lavrov concentrati sulla proposta di Mosca di far consegnare e mettere sotto controllo le armi.

 

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