Siria. Obama: Il regime ha i giorni contati. Solo oggi 64 morti

Il  presidente siriano Bashar al Assad ha “i giorni sono contati”. Il presidente americano, Barack Obama, è convinto che il regime sta per cadere. “La questione non è se, ma quando” il regime cadrà, ha detto Obama in un’intervista al magazine The Atlantic. “Ora – ha aggiunto – possiamo accelerare questo? Stiamo lavorando con la comunità internazionale per provarci”, ma “la situazione è resa difficile dal fatto che la Siria è un Paese molto più grande, più sofisticato e più complicato della Libia”. Il presidente americano critica l’atteggiamento di Russia e Cina che di fatto bloccano l’attività del Palazzo di Vetro e quindi un intervento sotto la guida delle Nazioni Uniti. Ora bisogna aiutare la popolazione siriana e per questo l’attività di Washington si sta concentrando su “una serie di strategie che possano fornire aiuti umanitari, ma che possano anche accelerare una transizione verso un governo siriano pacifico, stabile e rappresentativo”. Il problema, fanno notare dall’amministrazione Obama, è la divisione tra i partiti di opposizione al regime che potrebbe rallentare un progetto di evoluzione ‘pacifica e democratica’ per il dopo Assad.

Contro il regime del presidente siriano anche l’Ue preparerà nuove ed “ulteriori sanzioni”. I capi di capi di Stato e di governo dei 27 riuniti a Bruxelles confermano l’impegno del Consiglio europeo “per accrescere ulteriormente la pressione sul regime siriano fino quando continueranno la violenza e gli abusi sui diritti umani, e invita il Consiglio a preparare ulteriori misure restrittive mirate contro il regime”. Dall’Europa giunge anche l’invito ad Assad “a farsi da parte per lasciare spazio alla transizione pacifica per il bene del Paese”e chiede “un accesso pieno e totale alle agenzie umanitarie indipendenti in modo da poter fornire l’assistenza a chi ne ha bisogno, secondo i principi umanitari”. E dopo Londra, anche la Francia ha deciso di chiudere la sua ambasciata in Siria.

Sul campo nel frattempo si continua a combattere e aumenta vertiginosamente il numero delle vittime. Nella giornata di oggi si conterebbero almeno 64 morti, secondo quanto riferiscono fonti vicine agli attivisti dei Comitati di coordinamento locale. L’incidente più grave si è verificato a Rastan, nella provincia di Homs: un razzo sparato su una folla di dimostranti ha provocato la morte di dodici civili siriani, fra cui cinque bambini.

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