Civilians ride a pickup truck as smoke billows following Turkish bombardment in the northeastern town of Ras al-Ain in Syria's Hasakeh province along the Turkish border on October 9, 2019. - Turkey launched an assault on Kurdish forces in northern Syria with air strikes and explosions reported along the border. President Recep Tayyip Erdogan announced the start of the attack on Twitter, labelling it "Operation Peace Spring". (Photo by Delil SOULEIMAN / AFP)

Siria, ministro Esteri turco: “Potremmo restituire zone sotto nostro controllo a Damasco”

Le aree della Siria settentrionale sotto il controllo della Turchia potrebbero in futuro essere riconsegnate al governo siriano a condizione che le autorita’ di Damasco siano “in grado di proteggere il territorio e combattere le organizzazioni terroristiche”. E’ quanto dichiarato dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano “Handelsblatt”. Inoltre, Cavusoglu ha affermato: “Penso che tutte le aree del nord della Siria debbano essere consegnate al governo del paese”. La Turchia, ha proseguito il ministro degli Esteri di Ankara, ha “ripulito la regione sia dallo Stato islamico sia dalle milizie curde Unita’ di protezione dei popoli (Ypg)”. Il governo turco classifica le Ypg, organizzazione militare del Partito dell’unione democratica (Pyd), come gruppo terroristico per i suoi legami con il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk). Da anni impegnato in un lotta separatista contro la Turchia, il Pkk e’ considerato un’organizzazione terroristica dal paese, dall’Ue e dagli Stati Uniti. Contro lo Stato islamico e le Ypg la Turchia e’ intervenuta in Siria del nord con le operazioni “Scudo dell’Eufrate” (24 agosto 2016-29 marzo 2017), “Ramo d’ulivo” (20 gennaio-18 marzo 2018) e “Fonte di pace”, avviata il 9 ottobre scorso.

Quest’ultima iniziativa ha raggiunto un cessate il fuoco di 120 stipulato da Turchia e Stati Uniti il 17 ottobre. Successivamente, i presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, hanno concordato a Sochi il 22 ottobre l’istituzione di una zona di sicurezza nel nord della Siria. L’area, da cui secondo la Russia le Ypg si sono ritirate, e’ suddivisa in un settore sotto controllo turco e in un altro sorvegliato da reparti russi e siriani. L’intesa tra Putin ed Erdogan prevede anche che le forze dei rispettivi paesi svolgano attivita’ di pattugliamento congiunto nella zona di sicurezza. A tal riguardo, il ministro degli Esteri turco ha dichiarato che “bisogna credere alla Russia” circa il ritiro delle milizie curde, Tuttavia, ha evidenziato Cavusoglu, “la Turchia non si fida dei terroristi: se si incontrano dei combattenti delle Ypg nella zona di sicurezza, non si deve esitare a eliminarli”.

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