Orrore in Siria: decapitati tre frati francescani, tra i ‘boia’ ceceni e sauditi

Accusati di essere al soldo del regime e per questo condannati a morte. E’ quanto accaduto a tre monaci francescani del convento di Ghassanieh, in Siria, sono stati decapitati dal Fronte al Nusra. La notizia viene riportata da Radio France International, secondo cui il gruppo jihadisti ha pubblicato il video dell’esecuzione sul web.

Il 24 giugno padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, riferendo le parole del suo ministro regionale della Siria, padre Halim Noujaim, aveva reso noto che il giorno prima un gruppo di ribelli era entrato nel convento di Ghassanieh, e dopo averlo razziato lo avevano distrutto. Nel raid, recitava il comunicato, “avrebbero anche ucciso un eremita cattolico, padre Francois, che nel convento aveva trovato rifugio”. Rfi precisa invece che nel raid del 23 i jihadisti hanno rapito tre religiosi, tra i quali anche padre Francois, e qualche giorno dopo hanno messo in piedi un vero e proprio ‘processo’, accusando i religiosi di essere “al soldo del regime” perché “nell’agenda di uno di loro compariva il numero di un militare dell’esercito siriano”. I tre sono stati anche accusati di aver favorito il trasporto di armi e munizioni per conto del regime. Poi la ‘condanna’ e la decapitazione. La vicenda, scrive Rfi, è stata condannata con durezza dal generale Riad al-Assad, uno dei capi militari dell’Esercito siriano libero (Esl): “Questi gruppi estremisti non hanno nulla a che fare con la religione musulmana né con il popolo siriano”.

Probabilmente ceceno l’esecutore. Sarebbe un ceceno l’esecutore della decapitazione dei tre frati in Siria. Saudita, invece, il “giudice” che emette la sentenza di morte. Nel video postato su Youtube,  si vede un miliziano barbuto che in un arabo molto approssimativo spiega cosa hanno fatto i “tre prigionieri” ammanettati e fatti inginocchiare a terra in mezzo ad una folla. Il miliziano si rivolge ad un uomo fuori campo che presumibilmente è il “giudice”. Il miliziano spiega di avere trovato addosso ai tre “i numeri di telefono di ufficiali dell’esercito del regime che stanno ad Aleppo” per poi aggiungere “da dove l’hanno presi?”. La pronuncia del miliziano è chiaramente di uno straniero (non arabo e quindi non siriano) ed ha un accento che è molto probabilmente ceceno; e questo anche per le caratteristiche somatiche del volto nonché dall’abbigliamento. Poi pronuncia la sentenza di morte: “Sia eseguito il verdetto di Allah”. Anche qui, la parlata del “giudice” non è in dialetto siriano ma di arabi abitanti nell’area degli Emirati del Golfo: non è escluso che “il giudice” sia un saudita. Il video dura 2,13 minuti e la data dell’esecuzione risale al 23 giugno scorso.

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