Sindacati contro la Manovra: ‘Carente su sviluppo e lavoro’

La nuova bocciatura alla manovra arriva dai sindacati italiani che guardano con una certa preoccupazione a un piano che non sembra rappresentare un passo avanti né per quanto riguarda l’occupazione né per quanto riguarda la crescita economica.

 Il monito al governo arriva da Cgil, Cisl e Uil, che hanno evidenziato come la manovra mostri ‘elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico capace di ricomporre e rilanciare le politiche per lo sviluppo sostenibile e il lavoro’.

 A preoccupare i sindacati sono i tagli previsti e l’introduzione di provvedimenti che non sembrano andare nella direzione sperata, ossia quella della creazione di nuovi posti di lavoro. Critiche velate anche al reddito di cittadinanza, che rischia di diventare mera politica di assistenza e che quindi non comporterebbe una crescita dell’economia del paese.

Non mancano critiche anche alla politica di Matteo Salvini, con i sindacati che hanno sottolineato l’importanza di una politica volta all’accoglienza che possa evitare possibili degenerazioni razziste e xenofobe di cui l’Italia non ha certo bisogno.

 Politiche da parte dei sindacati anche per quanto riguarda il decreto fiscale, che tanto ha fatto discutere negli ultimi giorni: ‘I provvedimenti sono iniqui e sbagliati: si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce l’eccessiva pressione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione’.

Il giudizio di Cgil Cisl e Uil da cui parte il documento, al centro degli esecutivi unitari che si tengono oggi, con le proposte per la legge di bilancio: da crescita e occupazione a riforma fiscale, pensioni e Pa. Base su cui, dicono, ‘intendiamo aprire il confronto’ con il Governo.

Il documento, sottolineano presentandolo alla riunione degli esecutivi unitari con i rispettivi leader, dopo le segreterie unitarie che si sono tenute le scorse settimane, contiene le proposte che Cgil, Cisl e Uil intendono presentare per la prossima legge di bilancio, che verranno arricchite e discusse con i lavoratori, le lavoratrici, le pensionate e i pensionati in tante assemblee nei luoghi di lavoro e negli attivi unitari in tutti i territori. E, proseguono, su questa base intendiamo aprire il confronto con il Governo sostenendo le nostre proposte, anche con le forme e gli strumenti propri dell’esperienza sindacale.

Al centro il lavoro. Cgil Cisl e Uil vogliono un Paese che costruisce il proprio futuro e lo rappresenta a partire dal lavoro, libero, dignitoso e di qualità, si basa su un sistema virtuoso di convivenza, rispettoso delle necessità e dei bisogni delle persone, in un’ottica di reciprocità, chiave di volta per una reale integrazione.

‘Cgil Cisl e Uil ritengono positiva l’apertura di una base di confronto su quota 100, ma nella manovra manca qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi in favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e alla separazione tra previdenza e assistenza’, è quanto affermano i tre sindacati nel documento unitario, al centro della riunione degli esecutivi, in cui indicano le proposte per la prossima legge di bilancio. In particolare, per i sindacati quota 100 è una strada utile sapendo che da sola non risponde appieno alle esigenze di molti e non deve penalizzare i lavoratori sul calcolo, né avere altri vincoli o condizioni d’accesso. Sulla previdenza chiedono, quindi, che siano sufficienti 41 anni di contributi per andare in pensione a prescindere dall’età. Che il lavoro di cura non retribuito venga riconosciuto anche a livello previdenziale. Per le donne, inoltre, insistono sulla richiesta di riconoscere dodici mesi di anticipo per ogni figlio. E per i giovani, invece, sulla creazione di una pensione contributiva di garanzia, che valorizzi anche i periodi di discontinuità lavorativa, di formazione, di basse retribuzioni nell’ottica di assicurare nel futuro un assegno ‘dignitoso’. Tra le altre proposte, quella di eliminare l’attuale meccanismo automatico di adeguamento all’aspettativa di vita; di garantire, come previsto dall’attuale normativa, il ripristino dal primo gennaio 2019 della piena rivalutazione delle pensioni; di rilanciare le adesioni alle previdenza complementare, anche fiscalmente.

 

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