Sarebbe potuto essere un disastro non per un presunto attentato terroristico, ma per una esercitazione militare. Il 23 agosto un aereo britannico della compagnia Thomson con a bordo 189 persone ha rischiato di ‘scontrarsi’ con un missile mentre si avvicinava all’aeroporto di Sharm El Sheikh. Secondo il Daily Mail, il razzo sarebbe arrivato a 300 metri dal velivolo della compagnia inglese. Fortunatamente con riflessi felini il pilota ha attuato una manovra evasiva, riuscendo ad evitare la minaccia.
In tutto ciò, i passeggeri né si sono accorti del pericolo e né sono stati successivamente informati. Va detto che la notizia è trapelata soltanto ieri sera. “All’equipaggio è stato detto che il razzo veniva da un’esercitazione delle forze armate egiziane – ha detto una fonte al Daily Mail – ma con quello che è accaduto c’è molta paura. L’incidente ha lasciato l’equipaggio raggelato”. Secondo la fonte del quotidiano, “il primo ufficiale era al comando al momento, ma il pilota era in cabina e ha visto il razzo puntare verso l’aereo. Ha ordinato che il volo virasse a sinistra per evitare il missile, che era a circa 300 metri di distanza”. Per la fonte, i cinque membri dello staff della cabina passeggeri hanno saputo dell’incidente solo dopo l’atterraggio.
“Thomson Airways può confermare che un evento è stato riferito dall’equipaggio del volo TOM 476 il 23 agosto 2015 – ha dichiarato la compagnia al quotidiano -. Dopo l’atterraggio a Sharm El Sheikh, è stata condotta una valutazione preliminare e l’evento è stato immediatamente riferito al Dipartimento dei Trasporti britannico, in linea con i protocolli stabiliti. Il Dipartimento ha condotto una indagine completa insieme ad altri esperti del governo britannico. Dopo aver esaminato tutti i dettagli del caso, l’indagine ha concluso che non c’erano motivi di preoccupazione e che era sicuro continuare il nostro programma di volo verso Sharm El Sheikh”. Il missile è stato rilevato anche da un altro aereo della compagnia che si stava avvicinando a Sharm.
All’equipaggio comunque è stato offerto di rimanere la notte in Egitto, ma il personale ha preferito tornare subito in Gran Bretagna, con un volo che è decollato con tutte le luci interne ed esterne spente. Un portavoce del governo britannico, sentito dal Daily Mail, ha dichiarato “abbiamo indagato all’epoca sull’incidente riferito e concluso che non era un attacco mirato e che era probabilmente da collegarsi ad esercitazioni di routine condotte dalle forze armate egiziane nell’aerea in quel momento”. E questa è la cosa più tragica. O forse comica.
Alessandro Moschini