Sigarette, nuova pesante stretta: cosa cambia, l’annuncio del ministro Schillaci

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato una nuova stretta in arrivo per i fumatori, sia per quelli che fumano sigarette tradizionali che elettroniche

Sigarette elettroniche vietate nei luoghi al chiuso, come già accade per le sigarette normali. E sigarette classiche bandite anche all’aperto in determinate situazioni. Potrebbe arrivare questa nuova stretta in Italia, e in tempi brevi. Ad annunciarlo è il ministro della Salute Orazio Schillaci, che durante un’audizione in commissione Affari sociali della Camera ha detto di voler allargare la stretta sul fumo alle e-cig, aggiornando dopo 20 anni la celebre legge Sirchia, che impose in tutti i luoghi pubblici al chiuso lo stop alle sigarette.

Dopo la notizia della stangata sui prezzi del tabacco, anche questa ha scatenato subito le reazioni degli italiani, storicamente avvezzi al fumo. In particolare, il dibattito è aperto riguardo alle sigarette elettroniche. Fanno male o non causano alcun danno? Cosa sappiamo a riguardo? Cosa dicono gli studi?

Il fumo in Italia: quanti sono, chi sono e cosa consumano i fumatori

Secondo l’ISTAT che dal 2014 raccoglie i dati sull’utilizzo tra la popolazione di 14 anni e più, l’uso della sigaretta elettronica riguarda nel 2020 meno del 2,4% della popolazione, il 3% tra i maschi e l’1,9% tra le femmine. I dati annuali mostrano un lento e modesto aumento, passando dall’1,5% del 2014 al 2,4% nel 2019. Anche secondo i dati della Sorveglianza PASSI, nel quadriennio 2017-2020 l’uso della sigaretta elettronica coinvolge mediamente meno del 3% della popolazione.

Questo prodotto piace soprattutto ai più giovani, 18-24 anni, coinvolgendo comunque appena il 5% di loro. I dati annuali mostrano un lento e modesto aumento dell’uso della sigaretta elettronica, passando da poco meno del 2% del 2014 a quasi il 4% nel 2020. La geografia e il profilo delle persone che usano la sigaretta elettronica ricalca quello dei fumatori di tabacco, dal momento che la gran parte di loro è un fumatore abituale che ne fa un uso combinato.

Dai dati della GYTS (Global Youth Tobacco Survey) sull’uso della sigaretta elettronica tra i giovani, risulta che sono più che raddoppiati gli studenti che la utilizzano, passando dallo 0% nel 2010, all’8,4% del 2014 al 17,5% del 2018; in particolare sono i ragazzi a usarla abitualmente di più (21,9%) rispetto alle ragazze (12,8%).

Sono quasi triplicati gli studenti che fanno uso esclusivamente di sigarette elettroniche dal 2,9% nel 2014 all’8,2% nel 2018 mentre se consideriamo gli utilizzatori duali che fanno uso sia di sigarette tradizionali che elettroniche arriviamo a una preva­lenza del 27,9% in aumento rispetto al 2014 (26,3%). Il 76% dei giovani (13-15 anni) afferma inoltre di avere facilmente accesso a questo tipo di prodotto, la cui vendita è però vietata a chi ha meno di 18 anni.

Sigarette elettroniche e senza combustione in aumento dal 2023

Cosa può cambiare per i fumatori: nuove regole sulle sigarette

Cosa vuole fare ora il governo? Schillaci ha detto che intende proporre l’aggiornamento e l’ampliamento della legge 3/2003. Cosa potrebbe dunque cambiare in tutta Italia? Schillaci ha annunciato queste grandi novità a cui starebbe lavorando:

divieto di fumo in altri luoghi all’aperto in presenza di minori e donne in gravidanza

eliminazione della possibilità di attrezzare sale fumatori in locali chiusi

estensione del divieto anche alle emissioni dei nuovi prodotti come sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato; estensione del divieto di pubblicità ai nuovi prodotti contenenti nicotina.

Cosa sono e come funzionano le sigarette elettroniche

La sigaretta elettronica – dette anche e-cig, svapo, iQos, ecc, in commercio ce ne sono diverse – è un dispositivo che permette di inalare vapore, in genere aromatizzato, contenente quantità variabili di nicotina, in genere, tra 6 e 20 mg, in una miscela composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo e altre sostanze, tra cui gli aromatizzanti.

Nei fumatori la pratica di aspirare dal cilindretto a forma di sigaretta, cioè lo “svapare”, fornisce non solo la nicotina di cui sente il bisogno l’organismo che ha sviluppato dipendenza, ma anche un’esperienza tattile, olfattiva e gustativa che richiama quella della sigaretta.

La sostituzione del fumo con le sigarette elettroniche all’interno dei programmi di salute pubblica è una scelta già intrapresa da diversi Paesi: purtroppo, continuano a resistere dubbi in merito ai possibili risvolti negativi per la salute umana dei dispositivi elettronici a rilascio di nicotina.

Le sigarette elettroniche fanno male o no?

Ma in effetti i dubbi non sono infondati. Come spiega il Ministero della Salute, ad aprile 2021 è stato pubblicato il parere finale del Comitato scientifico della Commissione europea, che valuta i rischi sanitari emergenti sugli effetti sulla salute e la dimensione di salute pubblica delle sigarette elettroniche.

Il Comitato ha riscontrato elementi di prova moderati dei rischi di danni irritativi locali alle vie respiratorie e un livello moderato, ma in crescita, di evidenze provenienti da dati umani che indicano che le sigarette elettroniche hanno effetti nocivi sulla salute, in particolare, ma non solo, sul sistema cardiovascolare.

Inoltre, ha riscontrato elementi di prova da deboli a moderati dei rischi di cancerogenicità per le vie respiratorie dovuti all’esposizione cumulativa a lungo termine alle nitrosammine e all’esposizione all’acetaldeide e alla formaldeide, concludendo che “vi sono forti elementi di prova del rischio di avvelenamento e lesioni a causa di ustioni ed esplosioni”. Ha inoltre riscontrato elementi di prova da deboli a moderati di diversi rischi connessi al fumo passivo delle sigarette elettroniche.

Nel complesso, spiega ancora il Ministero, ci sono evidenze “moderate” del fatto che le sigarette elettroniche sono una via di accesso al tabagismo per i giovani ed evidenze “forti” del fatto che gli aromi contribuiscono in modo significativo all’attrattiva della sigaretta elettronica e all’iniziazione al suo utilizzo. Allo stesso tempo, ci sono scarse prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare e i dati sulla riduzione del fumo sono giudicati da deboli a moderati.

Cosa dicono i dati sul “fumo” delle e-cig

Allo stesso tempo, tuttavia, proprio in questi giorni arrivano i dati del team di ricercatori di “In Silico Science”, progetto coordinato dal CoEHAR, Centro di eccellenza internazionale per la ricerca sulla riduzione del danno da fumo dell’università di Catania, che dimostra altro. E cioè come non esista alcuna indicazione che l’uso di sigarette elettroniche sia più dannoso per la salute del cuore rispetto al fumo convenzionale. Anzi, il passaggio dalle sigarette tradizionali alle elettroniche potrebbe tradursi in benefici per la salute.

Lo studio ha incluso 25 ricerche selezionate tra il 31 gennaio e il 29 aprile 2021, per un totale di 1.810 partecipanti fumatori di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Sono stati selezionati 8 studi americani, 6 inglesi, 4 italiani, 2 studi condotti in Germania e uno studio per ciascuna delle seguenti nazioni, Belgio, Grecia, Indonesia, Polonia e Sudafrica.

Gli autori hanno scoperto che quasi i due terzi dei test analizzati hanno dimostrato che le sigarette elettroniche non recano alcun danno aggiuntivo alla salute di un fumatore, nello specifico per quanto riguarda frequenza cardiaca, pressione sanguigna e test cardiovascolari.

Inoltre, i ricercatori hanno valutato i dati provenienti da due studi clinici secondo i quali l’uso di e-cig potrebbe al contrario comportare potenziali benefici. Ad esempio, i partecipanti con ipertensione hanno sperimentato una riduzione clinicamente significativa della pressione arteriosa sistolica dopo un anno di utilizzo di sistemi elettronici di somministrazione della nicotina.

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