“Siamo donne, non eroine”: la difficoltà di essere giornaliste ai tempi di oggi

Hanno sottolineato di non essere delle eroine, ma di essere, prima di ogni altra cosa, donne e mamme. Si sono raccontate così, in maniera semplice, rendendo comune a tutti i presenti la loro speciale esperienza di croniste. Una giovanissima Ester Castano, Marilena Natale, Marilù Mastrogiovanni e Luisa Betti hanno raccontato questa mattina, nella sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, la loro esperienza di giornaliste minacciate a causa del loro lavoro.

Il convegno promosso dalla Commissione Pari opportunità dell’Associazione Stampa Romana, in collaborazione con Ossigeno per l’Informazione, con l’ordine dei giornalisti del Lazio, e d’intesa con la Presidenza della Camera, è stato organizzato in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste”, il tema del’incontro.

“In Italia fare il giornalista è pericoloso – ha affermato Marilù Mastrogiovanni durante il racconto della sua storia, trascorsa a denunciare la collussione tra una mafia imprenditoriale pugliese che trova consenso nella politica e nella società – e se è pericoloso vuol dire che siamo in piena emergenza democratica”. Una democrazia che sembra essere smagliata e che ostacola quei professionisti dell’informazione che vogliono raccontare la verità. Così come è successo anche ad Ester Castano, una giovane cronista 21enne, che si è più volte ritrovata ad essere diffidata e querelata dal sindaco di Sedriano, un paesino della provincia milanese, che ha poi visto il proprio primo cittadino finire in manette. La storia di Ester ha dimostrato che quella della malavita e delle minacce ai giornalisti non è pura prerogativa del Sud, dove sicuramente il problema si acuisce. A raccontare la sua testimonianza di cronista del Sud, di giornalista che svolge in suo lavoro in un territorio quale Casal di Principe, ben noto alle cronache per vicende camorristiche, è stata Marilena Natale. “Nella mia terra per anni ho assistito al suicidio dello Stato. Mi sono fatta tramite di tutte quelle persone che hanno paura – ha affermato la giornalista dando poi un messaggio di speranza – Io non vengo solo dalle terra di Gomorra, ma anche dalla terra di Don Diana”.

Sedute al tavolo dei relatori, ad introdurre e concludere il discorso, le presidenti della Commissione Pari Opportunità dell’associazione Stampa Romana, Nella Condorelli e Arianna Voto. Sono intervenuti anche Alberto Spampinato, direttore di ossigeno per l’informazione, il presidente dell’ordine dei giornalisti del Lazio, Bruno Tucci ed ancora altri ospiti presenti in sala. A far sentire la loro vicinanza, attraverso l’invio di un messaggio, anche Gianfranco Fini e il presidente Napolitano.    

 

R.D.M

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