Come è tipico di ogni vigilia elettorale, rispunta la voglia di centro. L’ultima in ordine di tempo si chiama ‘L’Italia c’è’, che a dar retta al Domani, più che una coalizione, sarebbe una piattaforma aperta ai sostenitori dell’”agenda Draghi“. Ad ispirarla, Beppe Sala, il sindaco di Milano. Oltre al suo nome, circolano quelli di Luigi Di Maio, del ministro Cingolani, l’ex-capo dei metalmeccanici della Cisl Marco Bentivogli, piddini come Andrea Marcucci, renziani come Gennaro Migliore ed ex-grillini come il due volte sindaco di Parma Marco Pizzarotti.
A finanziare l’impresa provvederebbe invece il deputato dem Gianfranco Librandi, già munifico oblatore di Scelta Civica e della fondazione Open (800mila euro) di Matteo Renzi. Proprio il leader di Italia Viva vorrebbe Sala leader. Ma il sindaco non sarebbe dello stesso avviso per evitare – dice – «di consegnare Milano al voto anticipato». Nettamente bocciata, invece, l’ipotesi Calenda: «Carlo gioca per conto suo», è l’obiezione di molti.
‘L’Italia c’è’ vuole che resti Draghi, ipotesi probabilissima qualora né centrodestra né campo largo vincessero le elezioni. In fondo, il vero motivo per cui Sala rifiuta.