Settembre poi verrà

Matteo Renzi parlando ai deputati del Pd aveva detto: “Ogni giorno vengono sfornati dati economici diversi ed i dati sono peggio dei sondaggi ed ognuno li interpreta a modo suo. E’ evidente che ha smesso di piovere sulla crisi ma il sole non è ancora arrivato. C’è foschia ed alcuni parlano di ripresa imminente ed altri parlano di una situazione molto difficile”. Il dato reale è realmente negativo e proviene da un aggiornamento dalla Banca d’Italia, che ci dice che non ci sarà crescita del Pil e la ripresa si attesterà in un bassissimo 0,2%. Renzi, appresa la notizia, è attendista e consiglia di non farsi prendere dal panico perché è stato impostato un lavoro di medio periodo, e da settembre scattano i mille giorni necessari per le riforme necessarie per genererare crescita. Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, dice che settembre è il mese di start con la scrittura della legge di stabilità. Non ci saranno comunque manovre correttive e non si giocherà con la crisi aumentando le tasse. Si punta ad eliminare le spese eccessive della pubblica amministrazione. Ci si sofferma per contro sulla cecità dei partner del Nord Europa perché il ministro dell’Economia tedesco Wolfang Schaeuble, pur vantando fiducia in Renzi e del suo piano di riforme strutturali, ha puntato l’accento sul consolidamento dei bilanci e non sull’esigenza di crescita. Il Nord Europa è sordo nel concedere spiragli visto che le politiche di occupazione non vengono decise in Europa ma nelle proprie case. Sorvolano quindi che la crisi non è solo italiana ma dell’Europa intera.

Marco Novellino

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